Cina, Corea del Sud e pescatori nipponici contrari
Roma, 23 feb. (askanews) – Il Giappone chiederà il sostegno dei paesi membri del G7 al suo piano di disperdere le acque trattate provenienti dalla centrale nucleare Fukushima-1, teatro dell’incidente nucleare del 2011, nell’Oceano Pacifico, prospettiva a cui i paesi vicini – Cina e Corea del Sud in primis – sono ostili.
Il 15-16 aprile si terrà ad aprile l’incontro ministeriale G7 dedicato all’ambiente, al clima e all’energia. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Kyodo, il governo di Tokyo vuole includere nel documento che verrà licenziato in quella sede, una formula che esprima adesione all’approccio “trasparente” adottato dal Giappone rispetto allo smaltimento delle acque.
L’acqua è utilizzata per il raffreddamento dei nuclei dei reattori in cui si trova combustibile nucleare fuso in seguito all’incidente innescato dal devastante tsunami dell’11 marzo 2011, che provocò quasi 20mila morti nel Giappone nordorientale. L’acqua che viene pompata nella centrale, oltre all’acqua piovana viene accumulata continuamente in silos, che ormai stanno riempendo tutti gli spazi disponibili e sono diventati un problema, dopo essere stati trattati attraverso un processo che rimuove la gran parte dei radionuclidi, ma non tutti. Per questo motivo, gli esperti nipponici sostengono che l’acqua da disperdere ha bassi livelli di radioattività che la rende sicura.
Su questa valutazione non sono d’accordo Pechino e Seoul, ma neanche le cooperative di pescatori giapponesi dell’area interessata, ai quali il governo di Tokyo vorrebbero promettere aiuti economici.