Modello di applicazione di economia circolare
Roma, 22 mar. (askanews) – Per l’aeroporto di Venezia, la Giornata mondiale dell’Acqua coincide quest’anno con l’attivazione di un nuovo impianto di depurazione delle acque reflue, che costituisce un ulteriore passo innovativo nella gestione dell’acqua, risorsa di per sé preziosa e limitata. Un’attenzione che si è di recente concretizzata anche nella realizzazione di un bacino di laminazione, un invaso realizzato nell’area di Ca’ Noghera, che funge da collettore in caso di acque meteoriche straordinarie. Opere che si aggiungono al trattamento di depurazione delle acque meteoriche e ai lavori periodici di riqualifica delle barene.
Il nuovo impianto di depurazione – informa in una nota la società Save che gestisce lo scalo – è un modello di applicazione di economia circolare. La principale caratteristica consiste infatti nel riutilizzo, per usi non potabili, dell’acqua ottenuta dal processo di depurazione: i reflui derivanti dalle diverse attività aeroportuali vengono convogliati al depuratore centralizzato attraverso una rete fognaria dedicata, quindi processati fino all’ottenimento di acqua non potabile che viene distribuita in varie aeree dell’aeroporto attraverso una condotta appositamente realizzata, parallela alla rete dell’acqua potabile.
In questa prima fase di attivazione, oltre la metà del volume prodotto viene utilizzata per servizi igienici all’interno del terminal e per le torri di raffreddamento della centrale di trigenerazione; in una prospettiva di breve termine, l’acqua depurata sarà usata anche per l’irrigazione di aree verdi e per il lavaggio dei mezzi di piazzale.
Si tratta di un salto di qualità rispetto all’impianto dismesso, il nuovo depuratore è infatti in grado di trattare una portata media giornaliera di 1.155 m3/giorno, vale a dire un volume annuo di acqua pari a 420.000 m3, acque trattate che diventano disponibili per le attività aeroportuali. La conseguenza è un corrispondete risparmio di acqua potabile, obiettivo primario di SAVE che si propone di raggiungere la completa eliminazione di consumo di acqua potabile per attività non alimentari.
Oltre a recupero di acqua, il nuovo depuratore ha altre caratteristiche positive:
massima riduzione dei rumori, sia all’interno delle sezioni dell’impianto, sia verso l’ambiente circostante;
eliminazione di qualsiasi fonte potenziale di odori molesti;
ottimizzazione dei processi e minimizzazione dei consumi di energia elettrica per il funzionamento;
minimizzazione dell’area occupata che è stata volutamente riqualificata paesaggisticamente con la creazione di un’importante barriera verde formata da diverse tipologie di specie arboree.
Il costo dell’opera, sostenuto interamente da SAVE, è pari a 5,7 milioni di euro.
Davide Bassano, Direttore Sostenibilità del Gruppo SAVE: “La tutela e la valorizzazione della risorsa idrica sono obiettivi primari del nostro programma di sviluppo sostenibile e si focalizzano in particolar modo su iniziative e progetti finalizzati alla sicurezza idraulica e al minor consumo di acqua. Tema quest’ultimo di evidente urgenza e attualità, rispetto al quale il nuovo depuratore costituisce una risposta concreta e un passo fondamentale del percorso da noi intrapreso per la completa eliminazione dell’utilizzo di acqua potabile per scopi tecnici, secondo una logica di economia circolare”.
Maurizio Vesco, Direttore Dipartimento Provinciale ARPAV di Venezia: “E’ significativo ricordare a tutti quanto è importante l’acqua per sopravvivere in questo pianeta. Siccità e scarsità idrica sono conseguenze del cambiamento climatico in atto. Le temperature elevate in questi ultimi anni sono state accompagnate da scarsissime precipitazioni. E’ fondamentale attuare misure attente al risparmio dell’acqua nella vita di tutti i giorni sensibilizzando le persone a utilizzare lavatrici e lavastoviglie a pieno carico, preferire la doccia al bagno, evitare di lasciare aperto il rubinetto mentre ci si lava i denti, capelli e ci si rasa, eliminare le perdite dai rubinetti, utilizzare le condense di condizionatori per bagnare piante e fiori”
Carlo Bendoricchio, Direttore Generale Acque Risorgive – Consorzio di bonifica “Facciamo un plauso a SAVE per l’ulteriore risultato raggiunto, che conferma l’attenzione posta alla tutela della risorsa idrica e alla mitigazione del rischio idraulico.
Tale impegno è testimoniato dalla realizzazione del bacino di laminazione, area concessa al Consorzio per la gestione e la manutenzione del verde, e dal cofinanziamento con la Regione del Veneto per la realizzazione del nuovo impianto idrovoro sul collettore Acque Medie.
Per quanto riguarda il bacino di laminazione, l’attenzione all’ambiente viene confermata da una realizzazione conservativa dei valori ambientali preesistenti. Il Consorzio, coordinandosi con gli esperti ambientali di SAVE, ha integrato gli interventi mettendo a dimora 1300 piante appartenenti a 13 specie, posizionate in modo tale da favorire l’incremento della biodiversità. L’auspicio ora è che lo sviluppo naturale del bacino possa incrementare il pregio naturalistico dell’area (grazie anche ad uno sviluppo della vegetazione arborea planiziale).
Patrizia Ragazzo, Progetti Comunitari – Ricerca e Sviluppo della Divisione Servizio Idrico Integrato di Veritas: “Veritas gestisce il ciclo integrato dei rifiuti e il ciclo idrico integrato, servizi essenziali per la comunità, le imprese e il territorio, secondo un modello di economia circolare finalizzato al riciclo e alla valorizzazione. L’Ecodistretto di Porto Marghera rappresenta da anni un esempio industriale virtuoso nel trattamento dei rifiuti. La stessa gestione del ciclo idrico integrato è costantemente ispirata dalla tutela della risorsa, dal rispetto delle normative ambientali e dalla sostenibilità dei processi produttivi per fornire alla comunità una risorsa idrica di qualità a costi contenuti (il valore di 1000 litri di acqua del rubinetto nel nostro territorio è di 1 euro e 50 centesimi). La costante opera di manutenzione ed efficientamento di impianti e reti idriche, deve confrontarsi sempre di più con i problemi che i cambiamenti climatici e i consumi stanno creando alla risorsa idrica disponibile, ottimizzando i processi produttivi con innovazioni tecnologiche e logiche di governace che consentano il riutilizzo e la valorizzazione delle acque reflue, e la riduzione dell’impronta di carbonio nell’ambiente. Il progetto europeo B-watersmart di cui Venezia con a capo Veritas è l’unico caso studio in Italia, mira proprio al recupero di risorse non sfruttate nel settore della depurazione come effluenti e fanghi da impianti di trattamento dei reflui urbani, e nutrienti come l’azoto (Veritas tratta ogni anno 88 milioni di metri cubi di reflui)”.
L’ubicazione dell’aeroporto di Venezia tra la laguna e la terraferma, pone particolare accento sull’utilizzo complessivo della risorsa idrica e sull’impegno di SAVE per il controllo puntuale e la verifica della qualità degli scarichi e dell’efficienza dei sistemi di depurazione.
Al monitoraggio periodico delle acque lagunari e delle acque sotterranee realizzato in coordinamento con gli Enti preposti, si associano in particolare il trattamento delle acque meteoriche e le attività di sicurezza idraulica, tra le quali rientra la realizzazione del bacino di laminazione.
Tutte le acque di pioggia che bagnano i piazzali aeromobili, le vie di rullaggio, le piste, i parcheggi auto e più in generale tutta la viabilità interna al sedime aeroportuale, sono sottoposte al trattamento di depurazione prima di essere rilasciate nei canali consortili e in laguna.
L’operazione avviene mediante l’utilizzo di innovativi impianti automatici di trattamento, attivati da sonde che rilevano la presenza di oli e liquidi inquinanti.
Negli ultimi anni la rete di scarico è stata ampliata con la realizzazione di nuove linee. Lo scarico finale nel canale consortile avviene tramite 120 filtri che assorbono le sostanze inquinanti, quali ad esempio metalli disciolti e idrocarburi.
A implementazione delle strutture esistenti, in tempi più recenti, in corrispondenza delle estremità delle piste di volo sono stati installati due ulteriori impianti di nuova generazione che interessano un’area di 47,8 ettari, con caratteristiche tecniche che riducono ulteriormente l’impatto ambientale e determinano un’alta resa qualitativa dei reflui in uscita.
Entrato da breve tempo in funzione, il bacino di laminazione consiste in una vasca della portata di oltre 100.000 m3, realizzato a Ca’ Noghera in un’area agricola arginata di 12 ettari di estensione, che funge da collettore di acque meteoriche straordinarie che, defluendo dal sedime aeroportuale, potrebbero allagare zone limitrofe allo scalo. In aeroporto, un sistema di pompe raccoglie l’acqua che viene preventivamente depurata prima di essere fatta confluire nel bacino da cui, tramite impianti idrovori, viene fatta progressivamente defluire nei canali Pagliaghetta e Cattal e da lì nel territorio secondo il principio dei vasi comunicanti.
L’opera è stata finanziata interamente da SAVE, per un importo di oltre 6 milioni di euro