Riconoscimento intitolato a Mario Preve scomparso poche settimane fa
Milano, 3 mar. (askanews) – La sostenibilità è un affare di filiera. E lo è ancora di più per quella del riso, dove all’agricoltura è imputabile il grosso dell’impatto ambientale. Riso Gallo dal 2018 ha sposato questo approccio alla sostenibilità di filiera partendo proprio dalle aziende agricole che il riso lo coltivano. E oggi questa comunità fatta di 155 imprese, tra Piemonte e Lombardia, in un raggio di circa 70 chilometri dalla sede di Riso Gallo, rappresenta il punto di partenza di una produzione che è tutta tesa a ridurre la propria impronta sull’ambiente. Di qui la volontà non solo di promuovere ma anche di premiare l’impegno e gli investimenti fatti in questi anni da queste aziende che rappresentano il 10% della produzione risicola nazionale.
Il premio, alla sua prima edizione, è stato dedicato a Mario Preve, presidente della società scomparso poche settimane fa all’età di 82 anni. Tra le 80 aziende in gara, quattro quelle che si sono maggiormente distinte: Petrini Renato e Pier Giorgio a cui è andato il premio azienda agricola più sostenibile; Agrilomellina Società Semplice Agricola per il premio donna in agricoltura; Aina Roberto e Federico per il premio innovazione; Ma.Chi. società agricola per il premio biodiversità.
“Siamo alla prima edizione di questo premio per diffondere la cultura della sostenibilità e l’entusiasmo tra le aziende risicole italiane – ha detto Riccardo Preve, sesta generazione alla guida dell’azienda di famiglia in occasione della premiazione nel Seminario arcivescovile di Vercelli – questo è un viaggio verso il futuro dell’agricoltura. Sostenibilità significa innovazione, efficienza e attenzione all’ambiente e si fa se c’è entusiasmo”.
Se questo impegno si concentra soprattutto sulla aziende agricole, certificate secondo il protocollo FSA (Farm sustainability assesment), è perché le altre fasi della filiera già operano secondo logiche sostenibili. Nella lavorazione industriale del riso, infatti, tutti i sottoprodotti vengono già riutilizzati. Riso Gallo, attraverso una serie di partnership, si è comunque impegnata a trovare nuove destinazioni d’uso per i sottoprodotti: dall’impiego della lolla in bioedilizia, all’utilizzo dell’acqua di cottura del riso nero per la tintura dei tessuti. Mentre, per quanto riguarda la fase di confezionamento, utilizza film in plastica riciclabile per le confezioni sottovuoto oltre a usare cartoncino certificato FSC – la gestione forestale responsabile. La Carta del riso, sottoscritta dalle aziende agricole, invece, promuove l’applicazione di otto regole, tra cui assenza di utilizzo di glifosate direttamente sulle colture e divieto di utilizzo di fanghi di depurazione accanto all’impiego di soluzioni di precision farming, e l’utilizzo di sostanze di origine naturale che svolgono un’attività biostimolante a favore della maggiore produttività e resistenza agli stress ambientali.
Tutto questo ha un consentito a Riso Gallo di allargare negli anni la gamma dei prodotti da agricoltura sostenibile con risi di provenienza italiana ma anche di importazione come nel caso della linea basmati, coltivata alle pendici dell’Himalaya e certificata Sustainable rice platform.