Anticipò guerra in Ucraina. Price: rimangono Navalny, Kara-Murza
Milano, 27 feb. (askanews) – Otto lunghi anni: ricorre oggi l’anniversario dell’assassinio a pochi passi dal Cremlino di Boris Nemtsov, l’ex vice primo ministro russo e storico esponente del fronte liberale, nonchè oppositore irriducibile di Vladimir Putin. “Ha dedicato la sua vita a migliorare quella dei suoi concittadini: era impavido e schietto, e il suo impegno civico ha continuato a ispirare altri politici pro-democrazia e difensori dei diritti umani, come Aleksey Navalny e Vladimir Kara-Murza”, afferma Ned Price, portavoce del dipartimento di Stato americano nel ricordarlo oggi.
“Sebbene il Cremlino continui a intensificare la sua campagna di repressione, Navalny, Kara-Murza e centinaia di altri prigionieri politici rimangono strenui sostenitori di una Russia più libera e democratica”, prosegue Price. “Oggi, mentre rendiamo omaggio a Boris Nemtsov e alla sua eredità, riconosciamo anche quei coraggiosi russi che continuano a lavorare nonostante la dura repressione per un futuro migliore per il loro paese” ha chiosato Price.
Nei giorni scorsi Ylja Yashin, ex collaboratore di Nemtsov ha scritto una lettera aperta su Time Magazine: “Mi chiamo Ilya Yashin, un politico dell’opposizione russa, che il Cremlino tiene in prigione dalla metà della scorsa estate. Sono stato condannato a 8 anni e mezzo di reclusione perché mi sono espresso pubblicamente contro la guerra in Ucraina. Ma oggi voglio dire qualche parola in difesa della mia nazione. Primo: abbiamo resistito. Dall’inizio della guerra e per tutto il 2022, la polizia in Russia ha arrestato quasi 20.000 oppositori della guerra. Secondo i gruppi per i diritti umani, le proteste si sono svolte quasi ogni giorno in diverse città dal 24 febbraio 2022 e solo 18 di quei giorni sono trascorsi senza arresti e detenzioni. Secondo: le persone stanno fuggendo da Putin. Nell’ultimo anno, circa 700.000 cittadini hanno lasciato la Russia… Terzo: Coloro che rimangono in Russia vivono con i diritti degli ostaggi. Molti di loro non appoggiano la guerra, ma tacciono, timorosi delle repressioni”.
Nemtsov, ex vicepremier con Boris Eltsin, a 55 anni venne ucciso a colpi di arma da fuoco sul ponte che collega il lungofiume a ridosso del Cremlino con la riva opposta della Moscova e il quartiere Zamoskvorechy. È stato colpito quattro volte alla schiena. Con lui c’era solo la modella ucraina Anna Duritskaya, 22 anni, sua compagna da tre anni. Diversi scenari sull’assassinio del leader dell’opposizione Boris Nemtsov il 27 febbraio 2015 sono stati pubblicati dai media russi indipendenti e filo-Cremlino.
Nemtsov era stato concorrente diretto di Vladimir Putin alla fine degli anni ’90, mentre entrambi lottavano per prendere il potere dall’allora presidente Boris Eltsin. Come segnalato proprio dal dipartimento di Stato un anno fa, tra gli ultimi progetti di Nemtsov, prima di essere ucciso nel 2015, c’era un rapporto che anticipava l’intervento militare russo in Ucraina, che il leader del Cremlino ha negato fino a un attimo prima dell’invasione.
Putin aveva definito il suo oppositore una persona “onesta” in un telegramma di condoglianze alla madre della vittima, prendendo immediatamente il totale controllo delle indagini per la ricerca dell’assassino.
Secondo sua figlia, Zhanna Nemtsova, giornalista, attivista e fondatrice della Boris Nemtsov Foundation per la libertà e la democrazia in Russia “l’opinione pubblica è essenziale. Ma questa guerra lascia le persone fredde” perchè così “è molto più facile affrontare la propria vita”.