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Ministro cinese: Giappone non torni al passato militarista

La conferenza stampa del capo della diplomazia di Pechino

Roma, 7 mar. (askanews) – Il nuovo ministro degli Esteri cinese Qin Gang, in una conferenza stampa oggi nell’ambito delle Due Sessioni, oltre ad aver lanciato un inquietante messaggio agli Stati uniti, si è anche scagliato contro il Giappone denunciando il suo programma di rafforzamento della difesa, suggerendo che si tratta di un ritorno al passato militarista.

Per Qin è stata la prima conferenza stampa in apertura del Congresso nazionale del popolo, il “parlamento” cinese che si è riunito da sabato nell’ambito delle Due Sessioni. La conferenza è stata segnalata dai media internazionali soprattutto per le aspre critiche a Washington, ma in essa il capo della diplomazia cinese ha lanciato anche un duro attacco a Tokyo.

“Il militarismo giapponese ha inflitto alla nazione cinese una ferita profonda, ancora oggi doloroso. Il popolo cinese non dimenticherà e nemmeno la parte giapponese dovrebbe farlo”, ha detto Qin. “Dimenticare la storia – ha proseguito – significa tradire e negare la colpa significa ripetere il crimine.”

Qin ha negato che lo sforzo nipponico di dotarsi di nuovo di un apparato di difesa efficiente sia collegata a un’assertività cinese, ha anzi sostenuto che Pechino vuole da sempre col paese vicino dei rapporti di amicizia. “Tuttavia, se alcune persone dalla parte giapponese non trattano i loro vicini come partner o addirittura partecipano a una nuova guerra fredda per contenere la Cina, allora le vecchie ferite tra i due paesi non si rimargineranno e si verificherà nuovo dolore”, ha avvertito il ministro.

Le dichiarazioni bellicose vengono dopo che il presidente cinese Xi Jinping e il primo ministro giapponese Fumio Kishida si sono incontrati a Bangkok per la prima volta in tre anni, riaccendendo le speranze di una distensione dopo anni di polemiche.

Tuttavia il contesto internazionale, con il compattamento delle alleanze attorno agli Stati uniti nell’Indo-Pacifico e il programma giapponese di raddoppiare il bilancio della difesa entro cinque anni, hanno di fatto portato indietro le lancette ai momenti di contrapposizione più aspra.

Qin Gang ha anche richiamato tema caldo in Giappone del revisionismo storico rispetto alle responsabilità nipponiche nei conflitti che si conclusero con la disfatta giapponese del 1945. “Tutto il revisionismo storico che sfida l’ordine internazionale e la giustizia internazionale del dopoguerra non sarà mai accettato dal popolo cinese”, ha detto Qin. “Lo spirito del Trattato di pace e amicizia tra Cina e Giappone , in cui è chiaramente stipulata l’opposizione all’egemonismo, è importante in questo momento”, ha detto ancora il minidstro cinese. .

Per questo motivo, Qin ha invitato Tokyo a collaborare con Pechino per evitare una possibile collisione tra le potenze asiatiche. “Cina e Giappone sono complementari e hanno bisogno l’uno dell’altro”, ha affermatoil ministro. “Dovremmo aderire ai principi del mercato e allo spirito di libertà e apertura, rafforzare la cooperazione, mantenere congiuntamente la stabilità e la fluidità della catena industriale e della catena di approvvigionamento e dare slancio e vitalità alla ripresa dell’economia globale”.

Il capo della diplomazia cinese ha inoltre sollevato la questione del progetto giapponese di scaricare in mare le acque trattate provenienti della centrale nucleare di Fukushima-1, teatro del più grave incidente atomico civile dai tempi di Chernobyl. “Non si tratta di una questione interna giapponese, ma un grande evento legato all’ambiente marino e alla salute umana. Esortiamo la parte giapponese a gestire questo problema in modo responsabile”.

Tokyo sostiene che, dopo il trattamento, le acque accumulate per il raffreddamento dei reattori di Fukushima, dove ancora sono attivi i materiali radioattivi fusi per l’incidente, e le acque contaminate che passano per la centrale, presentano livelli di radioattività non pericolosi per l’ambiente marino.

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