La Fondazione Cartier ha portato a Milano l’artista aborigena
Milano, 17 feb. (askanews) – Una pittura potente, non mediata, profonda. La Fondazione Cartier per l’arte contemporanea ha portato in Triennale a Milano una mostra personale dedicata a Sally Gabori, artista aborigena australiana che ha iniziato a dipingere a 80 anni nel 2005 ed è morta dieci anni dopo. “La Fondazione Cartier – ha detto ad askanews la direttrice delle collezioni della fondazione parigina, Grazia Quaroni – ha un particolare impegno verso artisti che non sono molto rappresentati nei musei occidentali, che vivono il nostro tempo, la nostra contemporaneità, ma in tutt’altra situazione geografica, territoriale e politica rispetto a quelle che conosciamo noi nelle grandi città”.
Distanza geografia e culturale, dunque; diversità come valore universale. Così come universali appaiono le grandi opere di Sally Gabori, che attraverso il colore restituiscono un’idea di pittura forte e consapevole. Nata in una remota isola nel nord dell’Australia, Gabori è stata poi sradicata dalla propria terra e questo evento traumatico ritorna nel suo lavoro.
“Non aveva preconcetti – ci ha detto Bruce Johnson McLean della National Gallery of Australia – non aveva una tradizione da seguire e ciò che è nato era qualcosa di completamente unico. La sua pittura gestuale riguardava alcuni luoghi della sua isola d’origine e i dipinti avevano lo scopo di rimetterla in contatto con quegli ambienti e con le persone che li abitavano da cui era stata allontanata”.
La mostra poi testimonia anche come l’allargamento dei confini della ricerca e l’apertura di nuove prospettive sul presente siano una delle cifre della Triennale di Stefano Boeri. “Credo che la Triennale – ci ha spiegato il presidente dell’istituzione milanese – sia il luogo dove si discute di alcune vicende drammatiche che, complice anche il cambiamento climatico, stanno succedendo in parti del mondo apparentemente lontane, in realtà vicinissime, dove davvero si combattono questioni fondamentali per la vita di tutti noi”.
E molto utile per chi vuole capire il contemporaneo è anche guardare questi dipinti di Sally Gabori, così evidenti nella loro consapevolezza di opere d’arte che vanno oltre la semplice esperienza visiva per scivolare sul terreno dell’essere.