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Innovazione, nuove tecnologie tra opportunità e sfide geopolitiche

Se ne è parlato a un evento al Centro studi americani

Roma, 22 feb. (askanews) – Lo sviluppo delle nuove tecnologie sta trasformando il mondo di tutti i giorni, con forti implicazioni anche geopolitiche che vanno comprese per essere governate. Se ne è parlato a un evento organizzato dal Centro Studi Americani e Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia. L’iniziativa è stata l’occasione per un’analisi sull’applicazione e gli sviluppi delle tecnologie disruptive e quantistiche nell’ambito delle relazioni internazionali con un focus particolare sulla geopolitica dell’intelligenza artificiale e sulla relativa regolamentazione internazionale.

L’evento, dopo una breve introduzione del presiedente del centro studi amercani, Gianni De Gennaro, è stato aperto dal presidente, Fondazione Leonardo-Civilità delle Macchine, Luciano Violante che ha posto l’accento sulla necessità di un’unità europea per affrontare il tema delle nuove tecnologie.

“Stiamo vivendo un processo di deglobalizzazione – ha detto Violante – è questo pone un problema di indipendenza su risorse e tecnologie. Il convento di autonomia strategica è tornato all’attualità a causa della pandemia prima e poi della guerra che ci ha posto di fronte alla questione energetica e a quella alimentare”.

“La corsa alle nuove tecnologie – ha concluso – è causata dalla scomposizione della globalizzazione. Occorre valutare bene quali sono i costi e i benefici di queste nuove tecnologie e per questo l’unità europea di e tra sempre più centrale perché nessun paese da solo ce la può fare, ma uniti sì”.

Per Courtney Nemroff, minister for Economic Affairs dell’Ambasciata degli Stati uniti in Italia “le nuove tecnologie hanno avuto e continuano ad avere un impatto profondo sulla sicurezza nazionale, sulla resilienza, sull’economia e sulla salute delle società democratiche”, come la “tecnologia post Guerra Fredda è stata fondamentale per gli Stati uniti e gli alleati, perché ha sostenuto una prosperità condivisa. La rivoluzione tecnologica ci offre opportunità e sfide e gli Stati uniti puntano a uno sviluppo dell’Intelligenza artificiale focalizzata su un uso affidabule, come strumento per la creazione di nuovi settori dell’economia, per rivitalizzare le industrie e guidare lo sviupp economico, migliorando anche la qualità della vita ovunque”.

Sul fronte della ricerca, Enrico Prati, professore associato presso il Dipartimento di Fisica, dell’Università degli Studi di Milano, ha sottolineato come “il bipolarismo mondiale tipico della Guerra fredda, che è rimasto invariato sul piano strategico militare, si è trasformato in un bipolarismo modificato nell’ambito tecnologico, dove si gioca una sfida tra mondo occidentale, Stati uniti in primis, e Cina, che mettono in campo. Si tratta di una competizione in cui è difficile avere la meglio, perché gli investimenti sono confrontabili”.

“Stiamo attaversando dei cambiamenti epocali che riguardano in particolare quattro rivoluzioni tecnologiche – ha aggiunto Cosimo Accoto, Research affiliate & Fellow del Massachusetts Institute of Technology Boston -: l’intelligenza artificiale, la blockchain, la rivoluzione quantistica e la biologia sintetica. Si tratta di cambi e di trasformazioni profonde. La sfida vera che dobbiamo mettere in campo è quella di riuscire a leggere culturalmente e anche strategicamente in profondità queste rivoluzioni che non sono semplicemente rivoluzioni tecnologiche ma cambi di paradigma all’interno della civiltà umana”.

Sul fronte geopoltico, Clementine Starling, direttore del Forward Defense Program, dello Scowcroft Center for Strategy and Security dell’Atlantic Council, ha posto l’accento su come, nel settore delle innovazioni e delle rivoluzioni tecnologiche “la competizione è quella con la Cina, che nella Strategia per la sicurezza nazionale degli Stati uniti è stata definita come una minaccia”. La Difesa americana, ha aggiunto, “ha elencato 14 aree tecnologiche in cui avvengono le attuali rivoluzioni”, che pongono “sfide operative” tra cui spicca la necessità di “valutare le tendenze e capire in tempo reale” i trend per evitare di essere superati da competitor, di “creare una cultura della sperimentazione”, “eliminare le barriere alla condivisione tra settore pubblico e privato per usare le innovazioni che arrivano dal privato in modo efficace” salvaguardando “standard e questioni etiche”, ha spiegato Starling .

Sul fronte delle imprese, Dario Pagani, Head of Digital and Information Technology di Eni ha invece evidenziato la necessità di formare e sviluppare competenze per le nuove tecnologie anche nell’ottica della transizione energetica. Il tema delle competenze è stato toccato anche da Marco Bellezza, amministratore delegato di Infratel Italia, secondo il quale il Pnrr può essere l’occasione di ricostruire le filiere di produzione nelle telecomunicazioni ma occorre “sviluppare le necessarie competenze”.

Infine, Francesco Di Sandro, Senior Vice President Strategic Planning – Strategy and Market Intelligence Office, di Leonardo, ha posto l’accento sulla necessità per l’Europa di dotarsi di una strategia comune sulle nuove tecnologie, divenute oggetto di confronto tra le superpotenze.

“USA e Cina – ha detto Di Sandro – sono due soggetti geopolitici che hanno una dimensione strategica. Oggi le nuove tecnologie sono oggetto di confronto tra le superpotenze. L’Europa non è un soggetto geopolitico e quindi ha bisogno di una visione strategica comune, per poi metterla a terra con la creazione di ecosistemi”.

“L’innovazione – ha aggiunto – è il pilastro del nostro piano strategico tanto che in piena pandemia abbiamo creato i Leonardo Labs che hanno l’idea di sviluppare le competenze tecnologiche con una visione strategica di medio lungo periodo”.

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