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Il Perugino alla GNU: “Assoluto protagonista” del Rinascimento

A Perugia una mostra che vuole restituire grandezza al pittore

Perugia, 3 mar. (askanews) – Restituire il Perugino al suo ruolo di “assoluto protagonista del Rinascimento”. A questo vuole arrivare, e guardando le opere esposte la sensazione è che ci riesca, la mostra dedicatagli dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, non a caso intitolata, “Il meglio maestro d’Italia”, riprendendo una definizione del banchiere Agostino Chigi.

“La lettura storica ispirata dal Vasari che vuole Perugino soprattutto come allievo di Verrocchio e maestro di Raffaello ha avuto molta fortuna – ha spiegato il direttore della GNU e co-curatore della mostra Marco Pierini – ma è sbagliata. Perugino era richiesto da tutta Italia, la sua qualità è straordinaria. Prima della china finale della sua carriera Perugino lavora e innova la pittura per oltre 25 anni. L’artista a lungo ritenuto anche noioso, si mostra invece come realmente sorprendente”. Il direttore sottolinea in particolare la qualità di Perugino nel guardare il lavoro degli altri artisti, le cui lezioni era poi in grado di assimilare e fare proprie, inglobandole dentro un’idea di pittura che si evolveva, ma senza snaturarsi nell’imitazione.

Secondo Veruska Picchiarelli, conservatrice del museo e co-curatrice della mostra, “ci sono due livelli di lettura: uno vuole dare conto dei 35 anni nei quali Perugino è stato considerato il miglior maestro italiano, l’altro analizza la sua parabola in relazione agli artisti e alle figure con cui ha lavorato e collaborato, anche grazie al modo in cui altri artisti hanno saputo utilizzare e re-interpretare il suo stile”.

Uno dei temi della mostra è proprio il modo in cui Perugino, al secolo Pietro Vannucci, stava nel suo tempo e per questo l’esposizione presenta anche dipinti di altri artisti, e ovviamente spiccano il Verrocchio e Raffaello. Ma questi accostamenti non fanno perdere l’attenzione sul nucleo davvero importante dei lavori del Perugino sui quali spiccano due capolavori straordinari come la Pietà e lo Sposalizio della Vergine. Guardandoli si può davvero fare esperienza diretta di una lezione artistica di valore e impatto notevolissimo.

Presente all’inaugurazione della mostra alla Galleria Nazionale anche il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi. “Il padre di Raffaello, Giovanni Santi – ha raccontato – decide che suo figlio deve imparare dal miglior pittore al mondo e questo è Perugino. Poco dopo averlo affidato a Perugino, il padre muore, perché la sua missione è compiuta e poi Raffaello diventerà colui che doveva diventare. Dal momento in cui Perugino accetta di prendere Raffaello a bottega, inizia il Rinascimento pieno”.

La mostra perugina, aperta al pubblico dal 4 marzo all’11 giugno, si inserisce nelle celebrazioni dei 500 anni dalla morte dell’artista e presenta opere provenienti dalla National Gallery di Londra o dal Louvre di Parigi, mentre con musei come gli Uffizi di Firenze, la National Gallery di Washington e il Musée des Beaux-Arts di Caen è stata attivata una vera e propria partnership scientifica.

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