Mentre cresce attesa su ricalcolo deficit 2020-22 da parte dell’Istat
Roma, 28 feb. (askanews) – Cresce l’attesa per la comunicazione da parte dell’Istat dei dati ricalcolati sui deficit italiano degli anni dal 2020 al 2022 a seguito delle determinazioni, anche Eurostat, sulla qualificazione contabile dei crediti d’imposta, che un peso molto rilevante hanno avuto nel cosiddetto Superbonus. In attesa che alle 11 di mercoledì l’Istat comunichi come e quanto tali crediti verranno ‘spalmati’ in aumento sui deficit degli ultimi 3 anni, fonti del Tesoro segnalano che per quanto riguarda il deficit 2023 – che gli ultimi documenti dell’esecutivo collocavano in via previsionale al 4,5% – gli effetti dovrebbero essere “limitati”. Tutto ciò grazie a tre ordini di fattori. Il primo fattore è stato lo stop avvenuto lo scorso 15 febbraio e deciso dal Governo per il meccanismo del superbonus 110%, che ha arrestato gli importanti effetti di spesa legati a tale provvedimento. Il secondo fattore che dovrebbe svolgere un effetto positivo sui conti pubblici riguarda la crescita economica per l’anno in corso che, rispetto alle stime dell’esecutivo, collocate nello scenario programmatico a un +0,6% del Pil, starebbero accelerando verso l’1%. Il terzo fattore riguarda il netto calo dei costi dell’energia con i prezzi del gas sul mercato internazionale che continuano a scendere.