Bianchi: preoccupa astensionismo, regione parzialmente rappresentata
Roma, 13 feb. (askanews) – Ci sono volute quasi quattro ore prima che un rappresentante del M5s commentasse i risultati delle elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia. Bocche cucite tra i vertici del MoVimento nella sede di via Campo Marzio, chiusi in una saletta al primo piano, davanti a un televisore che snocciolava prima gli exit poll e poi le proiezioni, mentre in sala stampa, gli oltre 60 tra giornalisti e operatori chiedevano una battuta.
Dopo le 19, uno dopo l’altro, sono comparsi davanti alle telecamere, la candidata alla presidenza della Regione Lazio, Donatella Bianchi, e il leader di M5s, Giuseppe Conte. Tutti e due si sono trovati concordi sul risultato “insoddisfacente” e “lontano dalle aspettative”.
A chi nel corso del pomeriggio, recitava il ‘de profundis’ per il MoVimento, Conte ha detto che “qualcuno suona le campane a morto per il M5s, ma non esagererei la portata, rimane un risultato territoriale. Anzi secondo un ultimo sondaggio siamo in crescita”. Per il presidente il risultato ottenuto “è in linea con la serie storica del M5s, non avendo strutture territoriali” e ha annunciato che “da domani avremo i coordinatori territoriali. C’è l’impegno a fare di più”.
Conte ha lanciato una stoccata anche al segretario uscente del Pd, Enrico Letta. “Capisco che il Pd è in pieno congresso e ha i suoi problemi interni, ma ascoltare Letta che sembra stappare bottiglie di champagne sulle performance Pd”, se “pensiamo al Lazio dove c’è un candidato di Letta e Calenda” che “ha consegnato la regione al centrodestra, francamente avrei poco da festeggiare”.
Il leader di M5s ha ribadito che “un’accozzaglia e un cartello elettorale non ci avrebbe portato da nessuna parte. Per noi contano i programmi, non ci interessa vincere con i cartelli elettorali. In politica conta anche la coesione, e noi non siamo sati capaci di comunicare ai cittadini la solidità e la concretezza del nostro progetto politico”.
Da parte sua Bianchi si è detta preoccupata “del forte astensionismo. Una regione in cui vota solo 37% degli aventi diritto è una regione parzialmente rappresentata. Bisogna tornare a credere nella politica e nei partiti. Speravo con la mia discesa in campo di rinvigorire il partito dell’astensionismo”.
“Il mio 11,9% è un buon risultato ma abbiamo avviata la campagna elettorale in ritardo e in un tempo brevissimo non siamo riusciti a raggiungere e a convincere tutti gli elettori che erano indecisi”, ha detto ancora Bianchi.