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Ambasciatore a Kiev Zazo: guerra uno shock, primi giorni i più rischiosi

Il ricordo del diplomatico italiano a RaiNews24

Roma, 24 feb. (askanews) – Uno “shock” e anche “un’esperienza molto intensa sul piano professionale e non facile sul piano psicologico”. Così, in un’intervista a RaiNews24, l’ambasciatore italiano a Kiev – Pierfrancesco Zazo – definisce la guerra in Ucraina, di cui oggi ricorre il primo anniversario.

“L’invasione è stato uno shock, sicuramente i primi giorni sono stati i più difficili e rischiosi”, ha raccontato Zazo all’emittente televisiva, “la situazione era molto confusa, c’erano sparatorie e soprattutto un grande problema rappresentato dal fatto che la grande maggioranza degli italiani – nonostante i nostri avvertimenti – non aveva lasciato il Paese, parliamo di 2mila persone”.

Il 24 febbraio, ha ricordato l’ambasciatore italiano, “è successo che centinaia di connazionali, tra i quali anche molti neonati e bambini, si sono riversati in ambasciata. Io ricevetti l’istruzione della Farnesina di riparare, di andare nella residenza, perché situata in un quartiere più tranquillo e più lontano dai siti strategici della città. Per cui per una settimana abbiamo dovuto ospitare fino a 150 persone, abbiamo organizzato varie evacuazioni e tutto è andato bene”.

Sicuramente, ha proseguito Zazo nel suo racconto, “posso dire che nelle prime settimane la priorità assoluta è stata quella di garantire l’evacuazione in sicurezza dei nostri connazionali. E’ stato un anno sicuramente molto impegnativo sul piano del lavoro, poiché l’ambasciata ovviamente è costretta a seguire tantissimi dossier internazionali, come sapete la crisi ucraina è al centro dell’attenzione della comunità internazionale: abbiamo tantissime delegazioni, abbiamo tantissime riunioni, abbiamo i problemi della sicurezza, i temi politici, temi economici, le questioni umanitarie, la stampa… tutto questo ci impegna molto”.

“Il tutto in un contesto molto difficile, poiché ovviamente parliamo di un Paese in guerra”, ha concluso l’ambasciatore italiano a Kiev, “È difficile non partecipare emotivamente al dramma di questa guerra, non partecipare alla sofferenza, non essere coinvolto in quanto è successo. A questo si aggiungano pure poi i problemi derivanti dai numerosi allarmi aerei e dagli attacchi missilistici che si sono succeduti in questi mesi. Un’esperienza molto intensa sul piano professionale e non facile sul piano psicologico”.

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