L’impronta ambientale complessiva è migliorata dal 2021
L’impronta ambientale complessiva della Banca d’Italia è migliorata nel 2022 rispetto al 2021. Nel 2022, le emissioni totali di gas serra della Banca sono state ridotte del 2% rispetto all’anno precedente e sono rimaste inferiori di circa il 22% rispetto al 2019, l’ultimo anno prima della pandemia. Le principali fonti di emissioni di gas serra della Banca sono l’energia e la gestione degli edifici (44%) e i viaggi (telelavoro e viaggi di lavoro, 31%).
Questo dato è riportato nel Rapporto Ambientale della Banca d’Italia 2023, che descrive l’impatto ambientale delle attività della Banca. Prima del 2019, le emissioni di gas a effetto serra (calcolate secondo una diversa metodologia) erano già state ridotte del 61% rispetto al 2010, soprattutto grazie all’acquisto di energia elettrica esclusivamente da fonti rinnovabili dal 2013.
Secondo uno studio internazionale indipendente, la Banca d’Italia è risultata la seconda Banca Centrale più verde dei paesi del G20. Rispetto al 2021, le misure di risparmio energetico introdotte dalla legislazione nazionale e le misure di efficienza attuate hanno ridotto del 20% il consumo di combustibile e relative emissioni. Il consumo di energia elettrica è diminuito del 2%.
È iniziata la costruzione di un impianto fotovoltaico presso il centro Donato Menichella di Frascati (certificato secondo gli standard ISO 50001), che produrrà 380.000 kWh all’anno. Grazie all’iniziativa di digitalizzazione e dematerializzazione, nel 2022 gli acquisti complessivi di carta per ufficio si sono ridotti del 27% su base annua, circa un terzo dei livelli pre-pandemia.
La Banca sta conducendo un progetto di ricerca in collaborazione con l’ENEA per studiare l’impatto ambientale dello smart working e sviluppare una metodologia che possa essere utilizzata da amministrazioni e aziende per valutare l’impatto ambientale dei cambiamenti nell’organizzazione del lavoro.
Nel contesto dell’economia circolare, sono in corso studi preliminari sulla possibilità di riutilizzare le banconote usate in frammenti (ad esempio per materiali da costruzione). Infine, verrà sviluppato un piano di transizione a lungo termine con obiettivi dettagliati, azioni da attuare e riduzioni di gas serra ottenibili per raggiungere nel 2050 l’obiettivo di emissioni nette pari a zero per le operazioni interne.
Giovanni Lombardi Stronati