Necessario un incontro interministeriale su Stellantis
“Abbiamo chiesto di avviare un confronto interministeriale che coinvolga non solo il Ministero dell’Economia e il Ministero del Lavoro, ma anche il Ministero dell’Impresa e il Ministero del Made in Italy”.
“Quello di cui abbiamo discusso oggi sono gli asset strategici e le emergenze, rispetto alle quali è necessario intervenire, ma c’è anche il tema legato alla tenuta industriale del Paese”.
“È stato confermato lo sciopero di solidarietà dei metalmeccanici, ma anche il ministro convocato ha confermato che la nostra industria è in una situazione difficile”. Lo dicono CGIL e FIOM al termine dell’incontro al MIMIT.
“Abbiamo chiesto investimenti in ricerca e sviluppo e il rilancio della occupazione favorendo l’ingresso di giovani per colmare il gap con altri Paesi”.
“Per quanto riguarda Stellantis, dobbiamo tornare a una produzione di 1,8 mln di veicoli all’anno, con oltre 7mila esuberi volontari a partire dal 2021, oltre a un aumento degli esuberi in tutti gli stabilimenti del Gruppo”.
“Anche i centri di ricerca e sviluppo sono molto preoccupati. Il problema non riguarda solo Stellantis, ma anche le aziende produttrici di componenti, che hanno perso ordini, a partire da Marelli”.
La richiesta è di aprire un tavolo di trattativa tra Stellantis e le altre aziende e il Governo. “Per quanto riguarda la situazione del settore degli elettrodomestici, sono stati discussi tre casi: Electrolux, Whirlpool Area Emea e Candy”.
“In tal caso, è sicuramente necessario un intervento pubblico per sostenere la domanda, fornendo incentivi per nuovi prodotti a basso consumo energetico”.
“Nel caso di Electrolux, l’azienda si trova di fronte alla possibilità di vendere il proprio capitale a una società cinese, cosa che di per sé non rappresenterebbe un problema se venisse garantita la centralità della base italiana”.
“Per quanto riguarda Whirlpool Area Emea, il Ministero ha già deciso di venderne il 75% alla società turca Arcelik, che ha stabilimenti di produzione in Europa e sulla costa mediterranea. Infine, per quanto riguarda Candy, i nuovi proprietari hanno già chiuso tutti gli stabilimenti italiani, ad eccezione del Brugherio in Brianza”.
Per quanto riguarda la Ex Ilva, concludono, “dovremmo già avere le risposte sull’assetto societario e sulla governance, e questa incertezza ha portato a una situazione drammatica sia in termini di ripartenza che per quanto concerne la produzione degli impianti, l’occupazione e l’ambiente”.
“Chiediamo una netta discontinuità con il passato; per la CGIL e la FIOM è necessario che il Governo e la politica diano priorità alle questioni di politica industriale nazionale per affrontare la transizione ecologica e digitale con attenzione alla buona occupazione”.
Ciro Di Pietro
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