Inaccettabile l’accordo senza i sindacati
“Abbiamo appreso che è stato firmato un protocollo d’intesa tra il MIMIT e l’ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica)”.
“Il protocollo di intesa contiene una serie di propositi interessanti, come l’aumento del numero di auto prodotte in Italia, anche con l’idea di sostenere la riconversione produttiva delle aziende di componentistica coinvolte nella transizione verso i veicoli elettrici, e misure specifiche di tutela dei lavoratori sia in termini di riconversione occupazionale che di ammortizzatori sociali. Alcune delle quali rispondono anche a nostre precise richieste”.
“Tuttavia, la mancanza di coinvolgimento dei sindacati è inaccettabile. In particolare è inaccettabile che i sindacati non siano coinvolti in un momento in cui si decide per chiusure e licenziamenti nelle aziende della componentistica”.
“Le buone intenzioni da sole non bastano a dare al settore automobilistico italiano un piano di politica industriale all’altezza delle sfide, come hanno già fatto altri Paesi europei”. È quanto si legge in una nota congiunta di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e AqcfR.
“Il punto centrale deve essere il confronto con i sindacati su una strategia generale di rilancio del settore automobilistico, a partire dalla tutela dei siti produttivi e dei posti di lavoro”.
“Lo Stato italiano e il MIMIT devono affrontare i temi nodali che i sindacati metalmeccanici hanno posto da tempo sul tavolo. Si tratta di: attrarre nuovi investimenti internazionali in nuove tecnologie; stimolare i produttori finali nello sviluppo di quantità, modelli e occupazione; sostenere le politiche di riconversione e riqualificazione industriale”.
“La decisione del Ministero di partire con un protocollo unico con l’Unione Europea aumenta ulteriormente la responsabilità di impiegare rapidamente le risorse del fondo pluriennale di 6,2 mld in investimenti nel settore finalizzati alla difesa dell’occupazione”.
“Chiediamo quindi al MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) di riprendere le consultazioni con le organizzazioni sindacali per condividere gli sviluppi essenziali di cui il settore ha bisogno e di rafforzare queste singole azioni con un piano più robusto, impegnativo e adeguato”.
Ciro Di Pietro
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