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Automotive, Fim-Cisl: nessun fatto concreto, convocare tavolo di confronto

Mancano interventi per rafforzare ammortizzatori sociali e formazione

A cinque mesi dal Governo Meloni, non c’è stato ancora alcun fatto concreto per il settore automotive. Questo denuncia la Fim-Cisl e interpella il Ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso a convocare un tavolo di confronto per definire una linea di intervento per i finanziamenti dell’industria dell’auto.

“I fondi destinati allo specifico fondo automotive non sono stati utilizzati per promuovere la reindustrializzazione e la trasformazione del settore, ha detto il Segretario Nazionale Ferdinando Uliano nel corso della presentazione a Torino del report sulla produzione nei siti italiani di Stellantis relativa al I trimestre”.

Durante la presentazione del rapporto, il Segretario Nazionale ha affermato: si stanno finanziando unicamente gli incentivi alla domanda (acquisto di auto sostenibili, ndr) indispensabili per promuovere l’acquisto di autoveicoli con un costo superiore del 50% (650 milioni per tre anni a partire dal 2022)”.

“Abbiamo diverse volte affermato che non bisogna sottrarre risorse per la reindustrializzazione, indispensabile per evitare l’impatto negativo di oltre 75.000 lavoratori del settore automotive. Il fondo stanziato era di circa 8 miliardi di euro in otto anni, utilizzato per poco più di un miliardo solo per incentivare l’acquisto delle auto”.

Secondo la Fim “Le risorse devono essere impiegate in modo da facilitare la reindustrializzazione e compensare con nuove attività le perdite di posti di lavoro causate dal cambio delle motorizzazioni”.

“Bisogna accorciare la catena di fornitura, portando nel nostro Paese le produzioni di tutta la componentistica che rappresenterà l’auto del futuro: dai semiconduttori, dalle batterie, ai componenti necessari per la motorizzazione elettrica, per la guida autonoma, per la digitalizzazione e la connettività”.

“Il Governo deve essere consapevole che senza un Piano per la Transizione Industriale attivabile immediatamente, il rischio di desertificazione industriale e licenziamenti diventa certezza”.

Uliano ha aggiunto “Non bisogna perdere tempo, la situazione di criticità e di forte trasformazione che sta attraversando il comparto automotive nel suo complesso e le ripercussioni negative che gravano nel settore, emergono in tutta la loro drammaticità dalle numerose situazioni di crisi”.

Secondo Fim: “Mancano interventi specifici per rafforzare gli ammortizzatori sociali, l’energia elettrica, l’idrogeno, la digitalizzazione, la connettività e la necessità di regolare la transizione e il cambiamento delle competenze professionali dei lavoratori verso la guida automatizzata, mancano di una adeguata formazione professionale”.

Ciro Di Pietro

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