ROMA – Dopo una notte di notizie e smentite, l’esercito israeliano ha comunicato ufficialmente che il leader del gruppo libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah è rimasto ucciso: il tremendo bombardamento lanciato ieri sera nel quartiere meridionale Dahieh di Beirut, in Libano, per fare fuori il numero uno del movimento avrebbe dunque avuto “successo”, secondo l’Idf.
All’indomani dell’attacco, a colpire l’opinione internazionale è la fotografia che testimonierebbe da dove e quando sia arrivato l’ordine di colpire all’esercito israeliano. È l’immagine del premier israeliano Benyamin Netanyahu al telefono da una stanza di albergo, a New York, probabilmente al termine del suo- durissimo- intervento all’Assemblea generale dell’Onu, diffusa dai media internazionali, che coglierebbe il momento del suo “via libera” al raid. Per molti un’azione immortalata e diffusa proprio per farsi beffa dell’assise delle Nazioni unite, definita poco prima “palude antisemita”, e impegnata- a parole- a scongiurare l’escalation nell’area medio orientale.
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