La domanda supera i 155 miliardi di euro
A fronte di una domanda di oltre 155 miliardi di euro, il 9 gennaio sono stati emessi complessivamente 15 miliardi di euro di titoli, tra cui il nuovo BTP a 7 anni e il BTP a 30 anni ripreso, di cui circa 75 miliardi di euro di nuovi titoli a 7 anni e oltre 80 miliardi di euro di titoli a 30 anni.
Lo ha reso noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha sottolineato “l’elevato interesse” degli investitori esteri, con l’80,7% dei titoli a 7 anni e il 76,6% dei titoli a 30 anni provenienti da investitori stranieri.
Oltre 270 investitori hanno partecipato al sindacato dei BTP a 7 anni con scadenza 15 febbraio 2031, mentre circa 385 investitori hanno partecipato al riassetto del BTP a 30 anni con scadenza primo ottobre 2053.
I fund manager hanno sottoscritto il 42,4% del BTP a 30 anni, rispetto al 39,2% del BTP a 7 anni. Le banche hanno sottoscritto il 31,4% del BTP a 7 anni e circa il 34% del BTP a 30 anni.
Nel riassetto del BTP a 30 anni, le banche centrali e gli Enti governativi, i fondi pensione e le compagnie di assicurazione hanno acquistato il 14,8%, mentre la quota di questi investitori è stata del 26,8% per il titolo a sette anni.
In modo particolare, i fondi pensione e le assicurazioni hanno acquistato l’8% del titolo trentennale e il 2,8% del nuovo titolo settennale, mentre le banche centrali hanno acquistato il 6,8% del titolo trentennale e il 24% del nuovo titolo settennale. Gli hedge fund hanno acquistato circa il 4,3% del bond trentennale e il 2,4% del bond settennale.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze sottolinea che le due emissioni obbligazionarie sono state “molto diversificate in termini di Paesi partecipanti (circa 40) e che gli investitori stranieri erano molto interessati”.
In effetti, la percentuale assegnata a questi ultimi è stata dell’80,7% per il bond a sette anni e del 76,6% per quello a 30 anni. Tra questi, “è stata di particolare rilievo la quota sottoscritta da investitori britannici (13,3% per il bond a 7 anni e 15,7% per il bond a 30 anni)”.
La maggior parte del resto è stata assegnata all’Europa continentale (36,3% per l’obbligazione a 7 anni e 43,6% per l’obbligazione a 30 anni), con le quote più rilevanti assegnate a investitori francesi (rispettivamente il 10,6% e il 7,9%) provenienti da Germania, Austria e Svizzera (rispettivamente il 6,8% e il 5,7%) e Penisola Iberica (rispettivamente il 6% e l’11,3%).
Nei Paesi Scandinavi sono stati allocati rispettivamente il 7,3% e l’11,2%, mentre i Paesi del Benelux hanno acquistato rispettivamente l’1,7% e lo 0,8%. Il resto è stato sottoscritto da altri Paesi europei, tra cui la Grecia (il 3,1% e il 5,6%).
Le percentuali assegnate agli investitori nordamericani sono state del 15,4% per il titolo a 7 anni e del 15,8% per il titolo a 30 anni. Gli investitori asiatici hanno partecipato al 15,5% delle obbligazioni a 7 anni e in misura molto ridotta a quelle a più lungo termine.
Giovanni Lombardi Stronati
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