Evidenziare le questioni chiave della legge in termini di approccio e merito
“Abbiamo evidenziato tutte le nostre criticità di merito e di metodo per il recente decreto 11/2023 che ha bloccato dall`oggi al domani la cessione del credito e lo sconto in fattura, con il rischio che circa 100 mila lavoratori possano perdere l`impiego -dicono le categorie – gli obiettivi sull`efficienza energetica e sulla sostenibilità ambientale ci impongono invece una politica di sistema per riqualificare il nostro patrimonio edile, pubblico e privato, tra i più vetusti ed energivoro del continente”.
Per questo, continuano gli edili di Cgil, Cisl e Uil, “occorre dare strutturalità agli incentivi pubblici di riqualificazione edilizia, messa in sicurezza, efficientamento e risparmio energetico, consapevoli dell`importante effetto moltiplicatore che ogni euro speso nella filiera delle costruzioni genera: in termini di occupazione, aumento dei consumi e del Pil, allargamento della base imponibile”.
“In relazione agli specifici strumenti finanziari della cessione del credito e dello sconto in fattura occorre modificare il decreto 11/2023 che, senza un confronto con le parti sociali e senza operare distinzioni e garantire periodi transitori, rischia di mettere in ginocchio non solo un comparto, ma un`intera politica, economica e ambientale, con danni ingenti all`occupazione e alla crescita”.
I sindacati condividono la richiesta di “dare immediata risposta ai circa 15 miliardi di euro incagliati, autorizzando il pagamento degli F24 da parte delle banche acquirenti. Banche, che del sistema degli incentivi hanno beneficiato e ora devono fare un ulteriore sforzo alzando l`asticella, per dare soluzioni alla liquidità delle imprese”.
“Questa risposta emergenziale però non basta perché occorre soprattutto garantire anche per il futuro tali strumenti finanziari, limitandoli esclusivamente però ai redditi più bassi (Isee fino a 30 mila euro), condomini popolari e incapienti (circa 7,8 milioni di italiani) che avrebbero, in caso contrario, evidenti difficoltà ad anticipare il 100% delle somme o, se incapienti, a godere finanche delle detrazioni”.
In particolare per le due ultime fattispecie (fatti salvi i limiti di reddito sopra i 30mila euro) si potrebbe prevedere, oltre al mantenimento della cessione del credito e sconto in fattura, anche la possibilità da parte di Cdp e/o altri soggetti pubblici di anticipare la restante parte delle somme non coperte dai vari tipi di incentivi, su prezzi predeterminati di mercato (al fine di evitare possibili speculazioni; esempio i prezziari regionali), da recuperare poi attraverso i risparmi in bolletta.
Così come occorre garantire risorse ed intervento diretto, anche straordinario, da parte del pubblico per la riqualificazione di tutto il patrimonio dell`edilizia residenziale pubblica.
Giovanni Lombardi Stronati