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Stop trasporti, scuola e sanità: lavoratori in piazza per lo sciopero generale

(Adnkronos) – Lavoratori in piazza oggi 29 novembre in tutta Italia, per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil con lo stop per trasporti, scuola e sanità. Da Milano a Napoli, passando per Roma e Torino, sono migliaia a manifestare in piazza contro la manovra. 

“Le piazze non si precettano. Abbiamo già dati di adesione altissimi, è una giornata importantissima ed è la migliore risposta che ci può essere ed è il segno che la maggioranza di questo Paese chiede di cambiare delle leggi balorde e che il lavoro e la dignità delle persone tornino ad essere al centro. E’ un messaggio fortissimo per continuare ad andare avanti e piazze così piene dicono che siamo sulla strada giusta”, ha detto intanto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, a margine del corteo organizzato a Bologna. 

“La risposta che sta arrivando è una giornata di mobilitazione come da tempo non si vedeva. Per quello che ci riguarda – ha detto ancora il numero uno Cgil – questo significa non limitarci alla protesta oggi. Oggi inizia un percorso di mobilitazione per rivoltare come un guanto questo Paese. Basta ingiustizie, basta precarietà”. 

“Noi – ha spiegato – vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese, e per rivoltarlo c’è bisogno della partecipazione di tutte le persone. La rivolta sociale per noi significa proprio dire che ognuno di noi non deve voltarsi da un’altra parte di fronte alle ingiustizie, deve passare l’idea che il problema mio è il problema di tutti e che solo mettendoci insieme possiamo cambiare questa situazione”, ha spiegato ancora il leader sindacale. 

“E’ in discussione in Parlamento un decreto che viene chiamato decreto sicurezza, che noi chiediamo che sia ritirato ed è una delle richieste anche di questa giornata di mobilitazione. Vuole addirittura far diventare un reato lo sciopero, i blocchi stradali, le occupazioni delle fabbriche quando chiudono, quindi è chiaro che siamo di fronte al tentativo serio di una svolta autoritaria che mette in discussione la libertà di esistere e la libertà delle persone”, ha detto ancora il segretario. 

Con la manovra il governo “aumenta le tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati” e “non sta tassando i profitti, non sta tassando le rendite, non combatte l’evasione fiscale”, ha poi spiegato Landini. 

“Nel 2024 l’Irpef, che è pagata al 90% dai lavoratori dipendenti e pensionati, ha aumentato le entrate per lo Stato di 17 miliardi – ha aggiunto – e noi stiamo chiedendo che quei 17 miliardi tornino a chi ha pagato quelle tasse investendo sulla sanità pubblica, facendo le assunzioni nei pubblici dipendenti, mettendo i soldi per aumentare i salari, riducendo la precarietà, facendo ripartire gli investimenti”, ha detto ancora Landini aggiungendo come “stiano facendo una manovra che ancora una volta colpisce il mondo del lavoro, in particolare i lavoratori dipendenti e i pensionati ed in particolare colpisce i giovani e le donne che sono quelle più colpite dalla precarietà nel lavoro”. 

“I sindacati, quelli seri, rivendicano aumenti salariali e sicurezza sul lavoro. Non stanno nei salotti”, ha detto il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, dal palco della manifestazione di Napoli parlando di quelle sigle che non hanno aderito allo sciopero. “I prezzi aumentano, gli stipendi non bastano. Non possiamo dire alle persone che rappresentiamo che siamo contenti perché le condizioni ‘non peggiorano’”, ha incalzato il leader di via Lucullo. 

La mobilitazione nazionale contro la manovra, proclamata da Cgil e Uil, coinvolge i settori pubblici e privati, dalla sanità alla scuola, dalle fabbriche alle poste, passando per giustizia, commercio, ministeri e vigili del fuoco. Per tutti i settori coinvolti, lo stop previsto è di otto ore o per l’intero turno di lavoro. Sciopero ridotto invece a quattro ore – dalle 9 alle 13 – per il trasporto pubblico, aereo e marittimo, per la precettazione del Mit. 

Escluso del tutto il trasporto ferroviario perché sulla base delle rilevazioni del Garante scioperi era stato già sfilato dalla lista dei settori aderenti alla mobilitazione nel rispetto della ‘regola dei dieci giorni’. 

Sono diverse migliaia le persone scese in strada oggi a Milano per la manifestazione organizzata da Cgil e Uil in occasione dello sciopero generale contro la manovra. Il corteo, con destinazione piazza San Babila, è partito pochi minuti fa da corso Monforte, imboccando viale Bianca Maria. La destinazione è piazza San Babila, dove è previsto il comizio finale. Dopo gli spezzoni iniziali di Cgil e Uil, sfila il comitato provinciale di Milano. In piazza sventolano anche bandiere di Pd, Avs, Rifondazione comunista, della Palestina e della Pace. In parallelo è in corso la manifestazione organizzata dai sindacati di base, con partenza da piazza Fontana e arrivo in piazza della Scala. I due cortei, non distanti, non è previsto che s’incrocino. 

“Siamo 20 mila”. Così dal palco allestito in piazza Castello l’annuncio dato all’arrivo del corteo dei lavoratori scesi in piazza questa mattina a Torino per lo sciopero regionale promosso da Cgil e Uil del Piemonte contro la manovra del governo. Alla manifestazione promossa nell’ambito dello sciopero generale indetto a livello nazionale dai due sindacati sono arrivati lavoratori da tutto il Piemonte con 52 pullman provenienti da tutte le province della regione. 

Circa seimila persone stanno partecipando a Genova allo sciopero generale di questa mattina indetto da Cgil e Uil contro la manovra del governo Meloni. Manifestanti sono arrivati da tutte le province ligure, al concentramento in piazza Acquaverde, davanti alla stazione di Principe sono arrivati 22 pullman con lavoratori da tutta la Liguria. La precettazione del ministro dei trasporti Matteo Salvini ha diminuito le modalità dello sciopero; per quanto riguarda i trasporti, a Genova l’astensione dal lavoro dei lavoratori Amt è prevista fino alle 13. Il corteo è in movimento verso piazza Matteotti, dove sono previsti gli interventi dei rappresentanti di Cgil e Uil. “Il governo ci infliggerà sette anni di austerità, con perdita del potere d’acquisto, crescita della povertà, tagli a sanità, istruzione e trasporto pubblico, nessuna risposta all’emergenza abitativa”, tra le ragioni dello sciopero di oggi, ricordate dai manifestanti durante il corteo. 

Il simbolo della manifestazione che da Porta Gae sta sfilando verso il centro di Bologna sono i gilet di colore rosso con la scritta “è il momento della rivolta sociale”. Se ne vedono a centinaia tra le vie del capoluogo emiliano in questa mattinata di protesta organizzata dalle maggiori sigle sindacali del Paese (ma senza la partecipazione della Cisl). La maggior parte vengono indossati dagli operai e dalle operaie delle aziende emiliane che manifestano per chiedere più tutele al governo e una maggior presa di responsabilità da parte delle aziende del territorio. In particolare, come riportato da diversi lavoratori aderenti allo sciopero, i cartelli con le scritte “diritti”, “futuro” e “dignità” sono indirizzati a Confindustria Emilia Area Centro, che in queste ore è finita nella bufera per il volantinaggio operato nelle fabbriche e negli stabilimenti industriali di Bologna e provincia a favore di Federmeccanica. “Invece che fare azioni disgustose come quelle dei volantini, gli industriali facciano qualcosa per contrastare il precariato. Si riempiono la bocca di buone intenzioni, ma non fanno nulla per l’orario di lavoro i livelli occupazionali femminili”, dice una manifestante in marcia da Porta Gae verso il centro città. 

Partito da piazza Indipendenza a Roma il corteo organizzato dai Cobas con altre sigle, movimenti e associazioni, diretto a piazza Barberini. Prevista una tappa di fronte al Mise dove si terrà un comizio. 

Sono almeno in 30mila oggi in corteo a Napoli per lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil contro la manovra di bilancio del Governo. E’ la stima di Cgil Napoli e Campania. “Non consentiremo che qualcuno disegni per la Campania un futuro senza fabbriche, fatto di emigrazione obbligata, assistenzialismo e diseguaglianze. Il Sud è anche industria, produzione, tecnologia, innovazione, competenze, maestranze. Con 5 miliardi e 300 milioni di euro in meno per il Mezzogiorno, come ci ricorda la Svimez, gli effetti finanziari della manovra saranno devastanti. Questo Governo sta per decidere che tutte le crisi aziendali, per le realtà al di sotto dei 250 dipendenti, saranno scaricate sulle Regioni, lavandosene le mani e scaricando sul territorio la ricerca di soluzioni che solo il Governo deve trovare. Siamo ancora in attesa di soluzioni per Jabil, Dema, IIA, Softlab, Conbipel, Gesco, Beco, Nuroll, TTA, per le lavoratrici e i lavoratori in somministrazione delle Questure e delle Prefetture, per i precari della scuola e i ricercatori e per i tanti che sono senza più ammortizzatori sociali e sostegni al reddito”, dice il segretario generale Nicola Ricci, anticipando ai giornalisti il contenuto dell’intervento che terrà a piazza Matteotti al termine del corteo.  

“I tagli alla cultura fanno sparire altri 400 milioni. Fondazioni, enti lirici, cinema, teatri, rischiano in occupazione e sviluppo. Sono con noi in piazza i lavoratori del Centro produzione Rai: la manovra prospetta tagli al personale e il blocco del rinnovo del Contratto. Sono con noi tanti Amministratori locali, i sindaci dell’Alto Tammaro, insieme alle maestranze lanciano il grido d’allarme per la Ficomirrors. Un’azienda che dà lavoro ad oltre 250 persone”. “I trasporti – ha aggiunto Ricci – hanno bisogno di più risorse economiche al fondo nazionale dei trasporti. Mancano 1600 milioni che servono per migliorare la mobilità nel Paese e per rinnovare anche il contratto del Trasporto Pubblico Locale Autoferrotranvieri. Napoli è la terza città in Italia ma rischia di diventare un settore senza possibilità di esercizio commerciale”. “La nostra regione con 70 morti sul lavoro nel 2024 – ha concluso Ricci – è uno dei territori più funestati da questa tragedia. Ciò impone ogni giorno riflessione, denuncia e interventi urgenti, non solo nel settore dell’edilizia. La manovra va cambiata, diventa necessario rafforzarla con risorse e interventi, perché nel Mezzogiorno vanno salvaguardati i livelli occupazionali e produttivi”. 

Il mondo del lavoro incrocia le braccia oggi anche a Palermo per la giornata di sciopero generale indetta da Cgil e Uil. Nel capoluogo siciliano i lavoratori si sono radunati a piazza delle Croci per un corteo che arriverà sino a piazza Verdi dove si terrà il comizio conclusivo. In piazza i lavoratori delle principali aziende metalmeccaniche, a partire da Fincantieri, edili, del commercio e del terziario, dei trasporti, dell’agroindustria, della funzione pubblica e della sanità, delle scuole e dell’Università, dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, i precari, i rider, i pensionati.  

La Fiom, di primo mattino, certifica un’adesione da parte dei lavoratori dei Cantieri Navali del 75%, alla Selikab di Carini sciopera il 65% dei lavoratori, agli ascensoristi di Schindler l’80% dei lavoratori. Alta la partecipazione del settore edile: al cantiere dell’anello ferroviario della D’Agostino incrocia oggi le braccia il 100% dei lavoratori, fa sapere la Fillea Cgil, e al cantiere del centro Rimed di biotecnologie il 60% dei lavoratori della Italiana Costruzioni, alle Cementerie il 40%. All’Amap, l’azienda partecipata del Comune che gestisce il servizio idrico, si registra un’adesione del 50,62% dei lavoratori del settore energetico rappresentati dalla Filctem Cgil. Nell’agroindustria si contano già le prime adesioni raccolte dalla Flai Cgil: nel settore pesca il dato della Co.ge.pa parla del 100% di adesione e nell’agroindustria all’azienda Feudo Disisa adesione riscontrata del 50%. Altissima anche la presenza degli stagionali del settore agricolo al corteo. Nel commercio la Filcams Cgil dà conto della partecipazione in un’azienda del settore come Lidl, con il 20% dei lavoratori allo sciopero.  

Nel settore dei trasporti, la Filt Cgil evidenzia l’adesione presso la New Coop, azienda della logistica. E Nidil aggiunge il dato dell’adesione del 40% dei lavoratori somministrati di Temporary in missione presso Ast, l’Azienda siciliana dei trasporti. Nel settore delle telecomunicazioni, tra i primi dati della mattinata a giungere dalla Slc Cgil è quello della Fibermind, azienda progettazione reti, col 30%o. Nel comparto del pubblico impiego, la Fp Cgil conferma l’adesione del 50% dei lavoratori e delle lavoratrici della Città Metropolitana (ex Provincia). 

Il ricorso rigettato dal Tar è quello di Cub e Sgb, il primo che è stato presentato” contro la precettazione firmata dal ministro Salvini per ridurre l’orario dello sciopero generale nel Tpl a quattro ore, dice intanto all’Adnkronos Domenico Teramo, esecutivo nazionale confederazione Cobas, al corteo che si sta muovendo da piazza Indipendenza a Roma. “Lo sciopero inizialmente è stato indetto da Cub e Sgb – continua Teramo – poi anche noi abbiamo indetto lo sciopero per la stessa giornata e così Cgil e Uil. A fronte della prepotenza di Salvini, poi, ci sono stati più ricorsi. Quello di Cub e Sgb è stato il primo”.  

“Sistematicamente succede che il Tar, in urgenza, boccia i ricorsi, poi entra nel merito, per esempio l’anno scorso ci ha dato ragione stabilendo che quello di Salvini era stato un abuso di potere. Ora il Tar sta ripetendo la stessa cosa”. 

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