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Scontri a Torino durante il corteo dello sciopero: bruciati cartelli con volti di Salvini e Meloni. Piantedosi: “Clima pesante”

ROMA – Giornata di forti tensioni a Torino, dove il corteo dello sciopero generale indetto da CGIL e UIL – con manifestazioni in tutta Italia – è sfociato in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.

La protesta nel capoluogo piemontese, dopo un inizio pacifico tra le vie del centro, ha visto momenti di caos con blocchi ferroviari, disordini stradali e simboli politici dati alle fiamme.

PIANTEDOSI: CLIMA PESANTE ALIMENTATO DA FRANGE ESTREME

Duro il commento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Oggi a Torino le stesse bandiere sventolate in nome della pace sono state scagliate contro gli operatori di polizia. Un clima pesante alimentato da frange estreme che si organizzano con il solo scopo di attaccare chi opera per garantire il diritto di manifestare le proprie idee. In una giornata complicata come questa, voglio ancora una volta ringraziare tutte le Forze di polizia che hanno saputo gestire con equilibrio e professionalità le molteplici manifestazioni e i momenti di criticità”.

FDI: ANTAGONISTI SEGUONO LE INDICAZIONI DI LANDINI

Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Da Torino arrivano le solite cartoline fatte di violenza e disordini. Gli antagonisti, da perfetti burattini, dimostrano di seguire alla lettera gli incitamenti alla rivolta sociale lanciati nelle scorse settimane dal segretario generale della Cgil Landini e si scagliano contro le forze dell’ordine bruciando foto del presidente Meloni e di alcuni ministri. Ancora una volta la città di Torino vive scene di periodi bui che speravamo tutti fossero dimenticati. Alle donne e agli uomini in divisa, oltre che agli esponenti di governo, rivolgiamo la massima vicinanza, ricordando che Fratelli d’Italia sarà sempre al fianco di chi rischia la propria incolumità per contrastare chi invece per mestiere si diverte a mettere a ferro e fuoco una città”

INIZIO PACIFICO

La manifestazione, partita nelle prime ore del mattino, ha visto la partecipazione di lavoratori, studenti e attivisti, accomunati dalla volontà di esprimere il loro dissenso verso le politiche economiche e sociali del governo. Il corteo ha percorso le principali strade del centro cittadino, concludendosi inizialmente in piazza Castello in modo pacifico.

LA TENSIONE ESPLODE A PORTA NUOVA

Le prime avvisaglie di disordini si sono registrate poco prima delle 13 nei pressi della stazione di Porta Nuova, in via Sacchi. Qui, un gruppo di manifestanti appartenenti allo “spezzone sociale” ha cercato di sfondare il cordone di polizia per dirigersi verso la prefettura. Gli antagonisti hanno scandito slogan contro il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e il progetto della Tav, simbolo contestato delle grandi opere infrastrutturali.

Le forze dell’ordine, schierate con scudi e sfollagente, hanno respinto l’avanzata. I manifestanti, dal canto loro, hanno reagito con calci, pugni e utilizzando le aste delle bandiere come armi improvvisate.

BLOCCO FERROVIARIO E NUOVE TENSIONI

Una parte del gruppo respinto a Porta Nuova si è spostata verso la stazione di Porta Susa utilizzando la metropolitana. Giunti sul posto, alcuni manifestanti hanno invaso i binari 1 e 2, esponendo una bandiera palestinese e bloccando la circolazione dei treni per circa venti minuti. Anche qui non sono mancate tensioni con le forze dell’ordine, intervenute per ripristinare la regolarità del traffico ferroviario.

BRUCIATI CARTELLI RAFFIGURANTI MELONI, SALVINI E CROSETTO

Nel frattempo, altri manifestanti hanno bloccato corso Vittorio Emanuele II, creando disagi al traffico nel cuore della città. In segno di protesta, sono stati bruciati cartelli raffiguranti il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro Matteo Salvini e il ministro della Difesa Guido Crosetto.

La protesta si è ufficialmente conclusa intorno alle 14 in piazza Statuto, ma gli episodi di tensione hanno lasciato un segno profondo sulla giornata.

Il segretario della CGIL, Maurizio Landini, ha sottolineato la partecipazione massiccia alle manifestazioni in tutta Italia, stimando oltre 500.000 presenze, ma ha condannato le derive violente della protesta torinese.
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