mercoledì, Febbraio 12, 2025

News e Investimenti

Breaking News

Intesa vicina sulla ‘quartina’,...

Verso ok su giurista Sandulli, per Fi nome sarebbe Terracciano. Si attende...

Calcio, Bruges-Atalanta 2-1, un...

Ritorno il 18 febbraio alle ore 21 a Bergamo. Roma, 12...

Sanremo, Simone Cristicchi protagonista...

"Il brano presentato al Festival è rimasto nel cassetto per 5 anni"...

La Lega punta tutto...

Alleati cauti ma il segretario assicura: "Troveremo intesa" Milano, 12 feb....
HomeMondoRischio dazi dagli...

Rischio dazi dagli Usa? “Con Meloni l’Italia sarà protetta”, parla l’imprenditore Colavita

di Sara Calabria

NEW YORK – Dopo la vittoria di Donald Trump si è molto parlato dei dazi che il presidente repubblicano avrebbe intenzione di mettere sui prodotti di importazione, anche europei e, per quello che maggiormente ci riguarda, italiani. Fino ad oggi, tuttavia, i media potevano fare soltanto supposizioni: ristoratori ed importatori di cibo made in Italy avevano preferito, infatti, non rilasciare dichiarazioni alla stampa e le loro bocche erano cucite.Dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca, però, le riserve cominciano a sciogliersi e arrivano le prime dichiarazioni. Ne parliamo con Giovanni Colavita, amministratore delegato di Colavita Usa, marchio molto noto negli Stati Uniti, e consigliere del National Italian American Foundation.

“LA PREMIER HA FATTO UN OTTIMO LAVORO DI DIPLOMAZIA CON MUSK-TRUMP”

Quali sono i rischi per i prodotti made in Italy, tra l’altro molto amati a New York, adesso che Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca ed è ufficialmente diventato il 47esimo presidente degli Stati Uniti?”Ritengo davvero che i timori per i dazi siano minimi, perché Giorgia Meloni ha fatto un ottimo lavoro di diplomazia, instaurando prima il rapporto con Elon Musk e, poi, con Trump e mettendo in tal modo l’Italia in una situazione di riparo da un potenziale rischio di dazi. Tra l’altro, è riuscita a conquistare un ruolo molto importante nell’ambito dell’Europa, che credo metterà il nostro Paese al centro del negoziato Europa – America. Quindi parlerei di un nuovo ruolo, centrale, per la Meloni. Allo stesso tempo, le aziende italiane potranno contare su un grande supporto e tutto ciò ci consentirà di essere protetti dai dazi. Dunque, non mi aspetto davvero dazi, se non in una minima parte. Ma, direi, quasi zero rischio di dazi. E se ci dovessero essere, saranno minimi e non saranno tali da andare a impattare sull’export italiano. Non mi aspetto, dunque, una situazione come quella del precedente governo Trump, grazie anche a questo rapporto che la presidente del Consiglio ha saputo instaurare. E non soltanto con il governo Trump, diciamo che Giorgia Meloni era in prima fila già con Biden ed è riuscita a continuare questa relazione anche con Trump, al punto che il presidente Usa l’ha definita ‘la migliore premier europea’. L’invito che ha fatto solo a lei, per partecipare alla cerimonia di inaugurazione, dimostra che l’Italia è stata in grado di ritagliarsi un posto in prima fila di grande dialogo e supporto con gli Stati Uniti”.

“NELLA 1^ PRESIDENZA TRUMP PENALIZZATI I FORMAGGI ‘MADE IN ITALY, NOI NON TOCCATI”

Prosegue l’intervista: Come erano andate le cose durante la prima presidenza Trump, per l’Italia?”Allora erano stati i nostri formaggi a essere penalizzati, ma in realtà i prodotti che riguardano la mia azienda, come olio e pasta, erano stati in qualche modo protetti. Infatti, allora la disputa era tra Airbus e Boeing e quindi i Paesi coinvolti erano Francia, Spagna e Inghilterra. Erano quelli i Paesi su cui maggiormente era caduta l’attenzione del governo Trump. Si trattava, appunto, di una sorta di ripercussione per il caso Boeing-Airbus e la disputa verteva, sostanzialmente, sui finanziamenti europei, considerati ‘non di mercato’. Perciò erano stati penalizzato il vino francese o l’olio spagnolo”.E’ vero che, durante la prima presidenza Trump, gli importatori di parmigiano si erano inventati una sorta di “trucchetto” per aggirare i dazi e lo tagliavano in grandi spicchi, prima di esportarlo negli Stati Uniti, dato che le tariffe maggiorate erano state poste soltanto sulla forma intera e non sui singoli pezzi?”Questo non lo so perché noi non lavoriamo con il fresco, quindi in quella fase noi non siamo stati toccati e non ci ha riguardato. Il settore caseario italiano è stato colpito, e mi è dispiaciuto, ovviamente, per i miei colleghi. Ma è un settore che la nostra azienda non tratta. Allora, i prodotti colpiti furono soprattutto il vino francese e l’olio spagnolo. Il settore caseario fu colpito, in Italia, ma è una tipologia di prodotto che noi non gestiamo, quindi non saprei dire”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it

Correlati

Intesa vicina sulla ‘quartina’, stavolta possibile “fumata bianca” Parlamento

Verso ok su giurista Sandulli, per Fi nome sarebbe Terracciano. Si attende sigillo Meloni Roma, 12 feb. (askanews) – La situazione viene definita in continua evoluzione, tanto che si potrebbe sbloccare nelle prossime ore o anche rimanere...

Calcio, Bruges-Atalanta 2-1, un rigore al 91′ beffa la Dea

Ritorno il 18 febbraio alle ore 21 a Bergamo. Roma, 12 feb. (askanews) – Sconfitta beffa dell'Atalanta a Bruges, 2-1, nell'andata dei playoff di Champions League validi per gli ottavi di finale. Tremendo inizio di gara per...

Sanremo, Simone Cristicchi protagonista di StudioNews

"Il brano presentato al Festival è rimasto nel cassetto per 5 anni" Sanremo, 12 feb. (askanews) – La terza puntata di StudioNews-Speciale Sanremo 2025 ha visto protagonista l'artista e l'uomo che ha emozionato gli oltre 2000 spettatori...