Scenari Immobiliari: Quasi un miliardo sono in Italia
Nella prima metà del 2022 gli investimenti immobiliari sono aumentati rispetto allo stesso periodo del 2021 (circa 20 miliardi di euro, con un incremento di circa il 70%), seguito da un rallentamento dovuto all’elevata inflazione, all’aumento dei tassi di finanziamento, all’aumento dei livelli di incertezza economica, i costi energetici e il protrarsi del conflitto Russia-Ucraina, sono stati però compensati da importanti operazioni concluse a fine anno, che hanno portato a un volume complessivo di transazioni superiore ai livelli del 2021: un investimento complessivo di 40 miliardi di euro, un incremento di circa 20%.
È quanto emerge dal Rapporto 2023 sul mercato immobiliare commerciale, presentato oggi a Milano da Scenari Immobiliari nel corso del convegno “Living in a Two-Speed World”- Negozi di città e centri commerciali del nuovo decennio”.
Francia, Germania e Regno Unito continuano a rappresentare i mercati più attrattivi per i capitali destinati agli immobili commerciali, con investimenti che nel 2022 hanno raggiunto rispettivamente 6, 8,25 e 8,1 miliardi, mentre in Italia si è registrata una contrazione, con un valore totale pari a poco meno di un miliardo di euro.
L`andamento degli investimenti registrato nella prima metà dell`anno nella Penisola, superiore ai 550 milioni di euro, ha sostenuto la crescita del settore compensando il successivo calo registrato nel corso dei due trimestri conclusivi che ha portato gli investimenti a superare, seppur di poco i 400 milioni.
Il mercato italiano degli immobili a uso commerciale ha fatto registrare, nell’anno 2022, un fatturato complessivo di quasi 6,5 miliardi di euro, derivante da attività di vendita e di locazione di spazi per il retail, in calo di 3,7 punti percentuali rispetto alla quota raggiunta nel 2021.
Le quotazioni immobiliari rilevate nel corso del 2022 restituiscono, a livello nazionale, una stabilizzazione dei valori e dei canoni unitari con previsioni di crescita per l`anno in corso, sia per gli esercizi di vicinato (più 1,1 e più 0,4%), che per le Grandi Superfici Commerciali (più 0,6 e più 0,2%).
Giovanni Lombardi Stronati