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“Motu Proprio” del Papa per dare un nuovo giro di vite contro gli abusi

Le nuove norme in vigore dal 30 aprile

Città del Vaticano, 25 mar. (askanews) – Si rafforzano le misure per il contrasto ai fenomeni di violenza e pedofilia nella Chiesa cattolica. A mettere in atto un nuovo ‘giro di vite’ in questo senso è stato Papa Francesco che ha promulgato oggi una nuova Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio” dal titolo: “Vos estis lux mundi”. Il documento, composto di 20 articoli, entrerà in vigore in tutta la Chiesa a far data dal 30 aprile prossimo.

“I crimini di abuso sessuale offendono Nostro Signore, causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli. -scrive il Papa nel suo nuovo documento- Affinché tali fenomeni, in tutte le loro forme, non avvengano più, serve una conversione continua e profonda dei cuori, attestata da azioni concrete ed efficaci che coinvolgano tutti nella Chiesa, così che la santità personale e l’impegno morale possano concorrere a promuovere la piena credibilità dell’annuncio evangelico e l’efficacia della missione della Chiesa”. Ed ancora, aggiunge Papa Francesco, “anche se tanto già è stato fatto, dobbiamo continuare ad imparare dalle amare lezioni del passato, per guardare con speranza verso il futuro”.

La novità più significativa introdotta nella nuova versione della normativa, sintetizza Vatican news, riguarda il “Titolo II” con le disposizioni relative alle responsabilità dei vescovi, dei superiori religiosi e dei chierici preposti alla guida di una Chiesa particolare o di una prelatura. A questo elenco sono, infatti, stati aggiunti anche i “fedeli laici che sono o sono stati moderatori di associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Sede Apostolica, per i fatti commessi” mentre erano in carica.

Altra estensione della normativa quella che riguarda gli adulti “vulnerabili”. Mentre prima si parlava di “atti sessuali con un minore o con una persona vulnerabile” nella nuova versione si parla di “delitto contro il VI comandamento del decalogo commesso con un minore o con persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o con un adulto vulnerabile”. Novità anche per titelare maggiormente quanti presentano la segnalazione di un presunto abuso: mentre prima si affermava che a colui che segnala non può essere imposto alcun vincolo di silenzio, ora si aggiunge che questa tutela va estesa, oltre a chi effettua una segnalazione, anche “alla persona che afferma di essere offesa e ai testimoni”. Viene poi rafforzata anche la parte dove si chiede di salvaguardare “la legittima tutela della buona fama e la sfera privata di tutte le persone coinvolte”, nonché la presunzione di innocenza per chi è indagato in attesa che vengano accertate le sue responsabilità.

Nella nuova versione di “Vos estis lux mundi” viene poi specificato che le diocesi e le eparchie sono obbligate a dotarsi di propri “organismi e uffici” facilmente accessibili al pubblico per ricevere le segnalazioni di abusi. Ed è anche precisato che il compito di procedere con l’indagine è prorpia del vescovo locale dove sarebbero avvenuti i fatti denunciati.

Le procedure introdotte nel 2019 stabilivano in modo preciso come comportarsi di fronte alle segnalazioni di casi di abuso e assicuravano che vescovi e superiori religiosi – ora anche i laici a capo di associazioni internazionali – debbono rendere conto del loro operato e sono obbligati a segnalare abusi dei quali sono venuti a conoscenza.

Il documento continua a comprendere non soltanto le molestie e le violenze sui minori e sugli adulti vulnerabili, ma riguarda anche la violenza sessuale e le molestie conseguenti all’abuso di autorità. Questo obbligo include dunque anche qualsiasi caso di violenza sulle religiose da parte di chierici, come pure il caso delle molestie a seminaristi o novizi maggiorenni.

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