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Meloni a pranzo da Mattarella, sul tavolo manovra e dopo-Fitto

Mercoledì il colloquio. P. Chigi: “Nessun collegamento con fibrillazioni”
Roma, 28 nov. (askanews) – Un pranzo di ‘routine’, programmato da “almeno una settimana”, senza nessun collegamento con le “fibrillazioni” che attraversano la maggioranza. Così da Palazzo Chigi definiscono il colloquio di mercoledì al Quirinale – di cui si è appreso solo in giornata – tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Sono pranzi che hanno fatto molto spesso da quando Meloni è al governo e che sono quasi ‘automatici’ quando ci sono missioni all’estero di rilievo, in questo caso la visita di Stato in Cina del presidente della Repubblica, il G20 e la missione in Argentina per Meloni”, hanno spiegato fonti di Palazzo Chigi, smentendo i rumors che parlavano di un vertice d’urgenza e segreto. “Quando Mattarella è tornato dalla Cina – hanno aggiunto le fonti – ha sentito la presidente del Consiglio e organizzato per ieri questo pranzo. Le altre volte non era mai uscita la notizia, questa volta è trapelata”. E non dal Quirinale, bisogna precisare. Tra i temi affrontati da Mattarella e dalla premier – hanno sostenuto le fonti – “la manovra, i viaggi internazionali, un excursus sull’Europa dopo l’ok alla Commissione Ue con la nomina di Raffaele Fitto come vice presidente esecutivo”. E a questo proposito, secondo fonti di governo, Meloni avrebbe anche spiegato al capo dello Stato la sua idea per l’assegnazione delle deleghe del neo commissario e vicepresidente europeo, che si dimetterà domani.
Secondo questa ricostruzione, dunque, “non c’entrano assolutamente nulla le fibrillazioni” ed è solo una “coincidenza” che il pranzo sia caduto nel giorno fino a ora più difficile per la maggioranza, dopo il “no” di Forza Italia all’emendamento leghista per il taglio del canone Rai e la ‘ritorsione’ del Carroccio sul provvedimento forzista (a firma Claudio Lotito) per la sanità calabrese. Una “guerriglia” che ha fatto infuriare la premier, che ieri non ha fatto niente per nascondere la sua irritazione, salutando freddamente Antonio Tajani al suo arrivo ai Med Dialogues. Con il ministro degli Esteri e con l’altro vice premier Matteo Salvini, hanno spiegato fonti governative, nelle ultime ore ci sono stati contatti e a loro Meloni ha ribadito la necessità di evitare nuovi “inciampi”, per non dare l’immagine di un governo diviso.
Un richiamo opportuno, dato che anche oggi la polemica è andata avanti. A riaccenderla le parole di Raffaele Nevi, portavoce azzurro e vice-capogruppo vicario alla Camera, intervistato da Affaritaliani.it. “Non serve una verifica di governo ma si deve tornare a rispettare il programma sottoscritto con gli elettori e fare le cose condivise” per Nevi, secondo cui Salvini “fa un po’ il ‘paraculetto’ e dice che nel programma c’è anche la riduzione della pressione fiscale per difendere l’emendamento bocciato sul canone Rai. Ma quella mancetta di 0,50 euro a cittadino che avremmo regalato anche ai super-ricchi sarebbe costata 450 milioni di euro agli altri contribuenti”. Parole che, come era prevedibile, hannp fatto andare su tutte le furie i leghisti, costringendo Nevi a scusarsi e a giustificarsi dicendo che è stato “completamente travisato il mio pensiero ed estrapolato ad arte”. Alla fine, in serata, è stato proprio Salvini in versione ‘zen’ a chiudere la questione con Nevi: “Io paraculetto? Peace and love”.
Almeno fino al prossimo ‘incidente’. Magari già venerdì, quando in Consiglio dei ministri tornerà il decreto giustizia, rinviato lunedì scorso per la simultanea (e ‘sospetta’) assenza di tutti i ministri di Forza Italia.

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