Vinitaly ha chiuso a Seoul il suo roadshow in 9 Paesi di tre Continenti
Milano, 25 feb. (askanews) – “In questo Paese il vino tricolore sta diventando sinonimo di cultura e di italian lifestyle. Un paradigma di eleganza e bellezza e di forte attrattività che già coinvolge altri settori dal posizionamento più maturo come la moda, il design e l’arredamento. Il vino non è un prodotto di consumo abituale, per questo serve fare leva sul forte richiamo del ‘brand Italia’ e sulla capacità dei nostri vini di adattarsi perfettamente alla dieta locale e non solo in abbinamento ai menù occidentali”. Lo ha detto l’ambasciatore d’Italia in Corea del Sud, Federico Failla, alla tappa conclusiva del Roadshow di Vinitaly a “High Street Italia” a Seoul, lo showroom del made Italy di Ice Agenzia, partner di Veronafiere nella campagna straordinaria di promozione e incoming iniziata il 19 gennaio scorso a Rust in Austria.
Un mercato, quello della Corea del Sud, ad alto potenziale di crescita, che dopo l’exploit dell’import a volume segnato nel 2021, con i vini fermi (in particolare i rossi), protagonisti di un rimbalzo a +60% sull’anno Covid, registra ora lo scatto degli sparkling tricolori, che anche nel 2022 hanno rilevato un incremento delle importazioni del 25%.
“La Corea del Sud è la piazza emergente forse più interessante al mondo, con una domanda sempre più competente e interessata a tutte le tipologie di vini” ha dichiarato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, chiudendo l’evento, evidenziando che è “un mercato in grande fermento che Veronafiere intende presidiare”. “Chiudiamo un Roadshow eccezionale, anche sotto il profilo dell’investimento, con i primi risultati dell’incoming che saranno già evidenti al prossimo Vinitaly” ha continuato Bricolo, aggiungendo che “il potenziamento delle relazioni con i partner istituzionali della promozione sui diversi mercati ci consentirà di proseguire il piano di sviluppo della manifestazione”. Presenti all’incontro una selezione di nuovi top buyer, importatori e stakeholder sudcoreani, oltre a una delegazione di operatori già da tempo in portfolio della manifestazione e che considerano “Vinitaly la piazza fondamentale per conoscere i vini italiani”.
“Il crescente successo del consumo di vino in Corea ci incoraggia ad esplorare modalità innovative di promozione – ha commentato il direttore dell’ufficio di Seoul di Ice-Agenzia, Ferdinando Gueli – come l’idea di proporre l’abbinamento del vino italiano ai cibi della tradizione culinaria coreana, che abbiamo condiviso con i partner di Vinitaly con l’obiettivo di aprire nuovi ed inesplorati spazi di mercato per i nostri produttori”.
Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, la tipologia di vino italiano più esportata è quella dei vini rossi, che nell’ultimo decennio ha segnato una crescita media annua del 13%, seguita dai bianchi (+8% annuo) e dagli spumanti, che grazie al balzo registrato nel 2021 (+100% netto), e ora quello del 2022, sono arrivati a sfiorare la soglia di tre milioni di litri venduti, il 25% del totale vini made in Italy commercializzati. Nel dettaglio, il valore delle importazioni totali di vino nel 2022 è stato di circa 565 milioni di dollari, di questi 86 milioni di dollari sono di vino italiano, con un’incidenza di oltre il 15% sul totale mercato. Rispetto al 2011, anno dell’accordo di libero scambio con l’Ue, la domanda sudcoreana di vino importato è aumentata in valore del 324%.
Con la tappa di Seoul, Vinitaly ha chiuso il Roadshow in 13 tappe in nove Paesi di tre Continenti (America, Europa, Asia).