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In Toscana recuperate 24 varietà antiche di alberi da frutto

Progetto recupero sui Comuni montani del Casentino
Roma, 18 feb. (askanews) – Dal Ciliegio Corniola al Pero Cova, dal Melo Regina al Melo Bianca: sono antichi e a rischio estinzione ma sono stati salvati. Si tratta di 24 varietà locali di alberi da frutto tradizionali del Casentino, in Toscana, che potevano scomparire e che invece rimarranno sulle tavole e sui banchi dei mercati mantenendo ancor più ricca l’agrobiodiversità toscana. E’ stato possibile grazie a un progetto di recupero finanziato dal PSR tramite Terre Regionali Toscane e realizzato dall’Unione dei Comuni montani del Casentino e dalla Scuola universitaria superiore Sant’Anna di Pisa.
In particolare, le cultivar salvate sono due ciliegi, quattordici meli, sette peri e un pesco. “Il recupero di queste antiche cultivar – ha detto la vicepresidente e assessora all’agricoltura Stefania Saccardi – permetterà di studiare la migliore resilienza ai cambiamenti climatici in corso e la conservazione della biodiversità del territorio anche attraverso la loro valorizzazione soprattutto presso le aziende agrituristiche. Oggi più che mai la tutela delle risorse genetiche locali, si lega indissolubilmente ai temi della sostenibilità ambientale, dei cambiamenti climatici, dell’economia circolare, della tutela del suolo, dell’acqua e della biodiversità naturale e selvatica. Anche per questo la Regione sta dando il supporto necessario a che l’impegno degli agricoltori custodi come quello delle banche del germoplasma sia conservato per la vitalità della nostra agricoltura e per le generazioni future” .
La maggior parte di queste varietà locali sono già iscritte al registro nazionale per la commercializzazione del materiale di moltiplicazione delle specie frutticole e dal 13 febbraio 2025 sono iscritte anche nel repertorio regionale delle varietà locali a rischio di estinzione della Toscana che permette il sostegno ai Coltivatori Custodi e alla banca del germoplasma tenuta dall’Unione dei Comuni del Casentino presso il vivaio di Cerreta in Camaldoli di Poppi (AR).

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