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Giocosa e radicale, al Museion grande retrospettiva su Nicola L.

Bolzano, 12 ott. (askanews) – Il Museion di Bolzano è uno di quei luoghi nei quali il contemporaneo si manifesta nella sua versione più impegnata e consapevole, uno spazio che sa accogliere la libertà radicale dell’arte e farne narrazione espositiva. Succede anche con la nuova mostra, dedicata all’artista francese Nicola L., intitolata “I Am The Last Woman Object” e curata da Leonie Radine. “Il suo lavoro – ha detto la curatrice ad askanews – parla al presente, anche se parte dal 1960. Continua a portare speranza, specialmente nel periodo che stiamo vivendo. Lei ha sviluppato sia una pratica radicalmente politica e socialmente impegnata, sia lavori giocosi e divertenti, all’incrocio tra diverse discipline: la scultura, la pittura, la performance, il disegno, il collage e i film”.

La mostra racconta il lavoro di un’artista che ha vissuto in molti luoghi e ha esplorato molte tipologie di opere, dai grandi striscioni per le manifestazioni a sculture magnetiche dedicate a donne della storia e della letteratura, come Cleopatra e Madame Bovary, ma anche Ulrike Meinhof. E una parte importante dell’esposizione è dedicata a opere fatte per essere indossate. “Una delle sue serie più importanti – ha aggiunto Radine – sono i ‘pénétrables’, Li considerava una sorta di seconda pelle e quello che aveva in mente, soprattutto con i pénétrables collettivi, come per esempio degli impermeabili per undici o più persone da indossare insieme e contemporaneamente, era proprio l’idea di comunità e collettività. Voleva creare un corpo collettivo, nella stessa pelle, senza distinzioni di classe sociale, etnia o altri fattori che di solito portano all’esclusione”.

Il messaggio di Nicola L., morta negli Stati Uniti nel 2018, è radicale, pur nel suo apparire facile e spesso anche accattivante. Come nel caso delle sculture antropomorfe, tra tutte la “Little Tv Woman”, che ammette il suo essere donna oggetto. “Questi lavori sono molto divertenti e giocosi – ha concluso Leonie Radine – ma sono anche prese di posizione politiche sul tradizionale ruolo dei generi, specialmente nell’ambiente domestico, con le donne spesso oggettificate e rinchiuse in una funzione”.

È praticamente impossibile raccontare tutte le suggestioni che la mostra di Nicola L. arriva a suscitare, è giusto che ogni visitatore le attraversi con in proprio corpo e le proprie sensazioni, come se l’intera esposizione fosse un grande unico pénétrable che ci consente di essere noi stessi, ma dentro un più grande corpo collettivo, che è quello di un’arte contemporanea pensata per la vita e non solo per i musei. (Leonardo Merlini)

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