Dai sindacati dure accuse al ‘silenzio’ di Macron
Roma, 9 mar. (askanews) – Era fortemente atteso, ora è ufficiale. Le prossime due giornate di mobilitazione organizzate dall’intersindacale contro la riforma delle pensioni voluta dal governo francese si svolgeranno sabato 11 e mercoledì 15 marzo
Se la prima data era già stata annunciata questo martedì 7 marzo, la sera dell’evento precedente, il dubbio aleggiava invece sul giorno esatto della seconda. Gli oppositori volevano sferrare un colpo nel “giorno della commissione paritetica”, tappa importante dell’iter parlamentare. Tuttavia, questa data non è stata ancora fissata martedì scorso. I centrali avevano poi avvertito che “sarebbero tornati molto presto per dare dettagli”. Ora è fatto.
Parallelamente a queste giornate di azione, l’intersindacale ha contestato direttamente il Capo dello Stato. Nel corso di una conferenza stampa ha criticato il “silenzio del Presidente della Repubblica che costituisce un grave problema democratico, e che porta inevitabilmente a una situazione che potrebbe diventare esplosiva”. E hanno aggiunto: “Sei grandissime mobilitazioni non hanno ricevuto alcuna risposta, questo non può più durare (…) In responsabilità, l’Intersindacale gli invierà una lettera (Emmanuel Macron, ndr) chiedendo di essere ricevuto con urgenza affinché ‘ ritir ila sua riforma». Un punto a cui mercoledì il presidente del Consiglio ha replicato: “Se i sindacati vogliono sollevare alcuni punti specifici, la porta del ministro del Lavoro Olivier Dussopt resta sempre aperta”, ha dichiarato Elisabeth Borne, al Senato.
Se fino ad ora non era ancora chiara la data prevista per la mobilitazione della prossima settimana, era nota la volontà dei centrali di proseguire la lotta. Questi ultimi vogliono fare un nuovo sforzo mentre la riforma arriva nell’ultimo tratto parlamentare. Nella notte tra mercoledì e giovedì il Senato ha votato anche l’articolo cardine del progetto di riforma delle pensioni che riporta l’età pensionabile a 64 anni. “Stiamo entrando in due settimane cruciali”, ha dichiarato Yvan Ricordeau, segretario nazionale della CFDT