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Credit Suisse: crisi finanziaria, investimenti sbagliati e mancati controlli

“Gli interventi per riportare fiducia hanno bisogno di più tempo”

“Il problema principale de il Credit Suisse è che chi doveva controllare, essendo la Svizzera fuori dell’ area euro e questo è il punto centrale di tutto, sembra aver imparato poco, molto poco dalle crisi finanziarie che abbiamo vissuto negli ultimi 15 anni”.

“Quello che sta accadendo in questi giorni deve far riflettere però tutti, perché a differenza di anni fa, la sfiducia verso una banca si può diffondere molto più rapidamente di prima e trasformarsi in panico generale, mentre gli interventi per riportare fiducia hanno bisogno di più tempo per essere metabolizzati dalle persone”. Lo ha detto, Sileoni segretario generale della Fabi, durante la trasmissione Mattino Cinque News.

“La banca svizzera, il Credit Suisse, è finita in dissesto perché negli ultimi due anni sono stati fatti investimenti sbagliati, ci sono state perdite e fughe di capitali e si erano illusi di poter risolvere tutto con l’ ingresso nel capitale di ricchissimi fondi mediorientali che invece all’ ultimo momento si sono tirati indietro, non investendo altri soldi ma rimanendo sotto la soglia del 10%”.

“Ma c’è anche un altro motivo dietro il dissesto di Credit Suisse, ha aggiunto Sileoni: tutte le banche svizzere hanno goduto, per decenni, di una sorta di privilegio, il segreto bancario, che da una parte garantiva loro una enorme quantitativo di denaro da custodire, e dall’altra permetteva anche di rendere difficilmente individuabili i proprietari delle somme depositate in Svizzera. Negli ultimi 10 anni queste regole sono radicalmente cambiate e oggi le banche svizzere non sono più come un porto in una nebbia”.

Giovanni Lombardi Stronati

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