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Bce, Cipollone: probabile che inflazione cali a 2% prima di attese

Milano, 24 mar. (askanews) – Piero Cipollone, il componente italiano del comitato esecutivo della Bce si mostra orientato a operare nuovi tagli sui tassi di interesse dell’area euro. In una intervista al quotidiano spagnolo Expansion, ribadisce che le decisioni del direttorio verranno prese “volta per volta” in base all’andamento dei dati, ma proprio guardando a questi ultimi “è probabile che raggiungeremo il nostro obiettivo di inflazione prima di quanto indicato dalle nostre ultime proiezioni”, avverte.

Cipollone rileva che quando la Bce ha formulato le sue ultime previsioni, lo scorso 6 marzo, i mercati scontavano ulteriori taglie ai tassi, per portare il principale riferimento (che attualmente resta il tasso sui depositi) al di sotto del 2% e poi stabilizzarsi a quel livello.

“Da allora non solo questa scenario è stato confermato, ma sono emerse vicende che hanno rafforzato le tesi a favore di un proseguimento dei tagli ai tassi. Innanzitutto i prezzi dell’energia sono calati in maniera rilevante – prosegue -. Secondo, l’euro si è apprezzato e i tassi di interesse reali sono aumentati, fattori che contribuiscono a minitigare l’inflazione”.

Ad ogni modo “affronteremo ogni riunione con una mentalità aperta, valutando i dati disponibili e prendendo le decisioni di volta in volta. Ogni aggiustamento dipenderà dall’evoluzione dell’economia e dalla risoluzione delle incertezze, ma le condizioni attuali rendono ipotizzabile una politica monetaria meno restrittiva, poiché al momento le prospettive rimangono coerenti con le nostre proiezioni di marzo”.

E se alla fine gli Stati Uniti imporranno i dazi preannunciati sulle importazioni di merci dall’Unione europea, “questo avrà un impatto negativo sulla domanda, che rafforzerebbe ulteriormente la tendenza al ribasso dell’inflazione. Nella stessa prospettiva – osserva – le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti potrebbero portare la Cina a reindirizzare le sue produzioni verso i mercati europei, aumentando le pressioni a ribasso sui prezzi”. (fonte immagine: ECB 2025).

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