martedì, Aprile 29, 2025

News e Investimenti

Breaking News

Blackout, cosa fare quando...

(Adnkronos) - Cosa fare in caso di blackout? Ecco i consigli elaborati...

Juventus, scoppia caso Douglas...

(Adnkronos) - Scoppia il caso Douglas Luiz alla Juventus. Il centrocampista brasiliano,...

Sinner, volta pagina dopo...

(Adnkronos) - Dopo la rottura con Anna Kalinskaya, Jannik Sinner ha ritrovato...

Cataratta, online vodcast dedicato...

(Adnkronos) - La cataratta - che si manifesta con una diminuzione della...
HomeDall'Italia e dal MondoAids, Andreoni: "Diagnosi...

Aids, Andreoni: “Diagnosi Hiv in ritardo in 6 casi su 10”

(Adnkronos) – “In Italia le diagnosi per Hiv arrivano in ritardo in 6 casi su 10: parliamo di persone con un quadro clinico avanzato e un’immunità fortemente ridotta per colpa dell’infezione. Il dato più allarmante è che 6 persone su 10 ben 12 mesi prima della diagnosi avevano avuto un contatto con un medico di medicina generale e con degli specialisti che, però, non avevano saputo cogliere i segnali di un quadro clinico già evidente di infezione di Hiv per far fare lo screening”. Così all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, professore merito di malattie infettive all’Università di Roma Tor Vergata, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), intervenuto all”Hiv Summit: Ending the Hiv Epidemic in Italy’, evento che oggi a Roma ha coinvolto istituzioni, decisori politici, esperti del mondo medico-scientifico e rappresentanti delle associazioni. 

“La ricerca in ambito Hiv ha fatto dei progressi incredibili: oggi più del 90% dei soggetti trattati ha un virus perfettamente sotto controllo – sottolinea Andreoni – Tuttavia, abbiamo 40 milioni di persone con Hiv nel mondo e l’infezione continua a propagarsi anche in Italia, dove si fanno ancora pochi screening. Invece occorre allargare lo screening, tornare a parlare di Hiv, perché ormai se ne parla troppo poco e le persone non hanno più nozione e consapevolezza di questa malattia”. Per l’infettivologo “il trattamento per l’Hiv funziona molto bene”, ma “trattare una persona che ha un’infezione avanzata” vuol dire una sola cosa, “che la sua aspettativa di vita sarà ridotta e non sarà come quella di chi ha avuto una diagnosi precoce molto simile a quella della popolazione non Hiv infetta”.  

“La maggior parte delle persone che arrivano alla diagnosi di infezione di Hiv sono uomini, eterosessuali e non, in minor numero le donne, in particolare eterosessuali e straniere”, conclude Andreoni. 

Correlati

FOTO | Paperino palleggia nei vicoli di Napoli: arriva la copertina speciale per Napoli Comicon

NAPOLI - Come ogni anno, Topolino si prepara a Napoli Comicon 2025 - di scena dall’1 al 4 maggio - con un numero ricco di novità. Per l’occasione, il numero 3623 del settimanale sarà disponibile (in anteprima esclusiva in...

Peppa Pig, ecco quando va in onda il gender reveal: sarà un fratellino o una sorellina?

BOLOGNA - Non solo nella famiglia di Peppa Pig è in arrivo un nuovo bebè, ma ci sarà pure il gender reveal, il momento tanto atteso - e ormai una moda inarrestabile - in cui si scoprirà il sesso del...

Morti sul lavoro, l’appello di Mattarella: “Più l’impegno per la sicurezza”

ROMA - Il lavoro, la sua sicurezza, dignità, la lotta al caporalato e il richiamo a un salario giusto che aiuti le famiglie a sostenere il costo della vita: sono i temi che, a pochi giorni dal Primo Maggio,...